Aiuti da 480 a 900 euro a figlio Ma in bilico il bonus per il terzo

Dopo le fasce Icef necessarie per accedere agli aiuti (0,13 massimo per il reddito di garanzia, 0,30 per l'assegno ai figli, 0,40 per gli aiuti sulle rette dei nidi, 0,36 per gli aiuti a persone invalide a carico), la giunta provinciale ha svelato alla Commissione provinciale competente i criteri e i benefici economici del nuovo assegno provinciale unico in partenza dal primo gennaio per le varie categorie di persone e famiglie.

In particolare, esponendo i dati alla Commissione, Alessandro Olivi, vicepresidente della giunta provinciale, ha spiegato che saranno messi a disposizione del nuovo strumento, che sostituisce e integra il reddito di garanzia, gli aiuti alla famiglia dell'ex assegno regionale familiare, gli aiuti agli invalidi e ai servizi all'infanzia, 18 milioni in più di oggi. Un totale di 77 milioni di euro che arriveranno nelle tasche delle famiglie sotto forma di aiuti o riduzioni delle tariffe.

Per quanto riguarda l'assegno per il mantenimento dei figli, si cambia: rispetto a oggi si verrà aiutati già dal primo figlio da 0 a 18 anni, contro la fascia 0-7 oggi in vigore. Per gli altri figli, dal secondo in poi, si conferma l'aiuto da 0 a 18 anni.

I sostegni mensili ipotizzati vanno da un minimo di 40 euro al mese per chi ha un Icef che arriva a 0,30 (sopra si è esclusi) quindi 480 euro all'anno, fino a 75 euro al mese per figlio per chi ha un Icef pari o inferiore a 0,10 (900 euro annui), con aiuti che variano tra 40 e 75 euro per chi ha un Icef tra 0,10 e 0,30 a scalare. La misura mensile viene aumentata in base al numero di figli: si va dal 100% per il secondo figlio, 120% per il terzo e 140% dal quarto in poi.

Previsto un bonus di 600 euro annui per il terzo figlio, ma Olivi, di fronte alle critiche della Commissione provinciale competente, ha già detto che potrebbe essere modificato.

Per quanto riguarda sempre i servizi all'infanzia, ecco la novità: per chi è sotto 0,40 di Icef familiare se si mandano due bambini al nido si arriva a pagare al massimo 300 euro, contro i 250 massimi per un bambino al nido sempre se si è sotto lo 0,40 di Icef. Per chi ha un Icef molto basso, invece, ovvero fino a 0,20 si paga al massimo 40 euro al mese.

C'è poi un aiuto previsto per chi ha un lavoro precario: se lo si perde, la tariffa viene tagliata del 50%. Infine, per chi non sceglie il tempo pieno (35 ore a settimana) la tariffa scende a 175 euro massimi, sempre se l'Icef è sotto lo 0,40.

Cambiano anche gli aiuti per gli invalidi con il sostegno massimo mensile per la famiglia fino a 400 euro per chi ha Icef sotto lo 0,10, mentre sopra e fino allo 0,36 si va a un importo di 200 euro per i ciechi totali e di 120 euro per gli invalidi maggiorenni non gravi per chi vive in famiglia.

Nel corso dell'audizione in Commissione, è arrivata dall'organismo l'osservazione scritta all'esecutivo perché «valuti l'introduzione di misure finalizzate a: rendere più flessibile il sistema dell'Icef alla base delle misure introdotte prevedendo delle franchigie, come ad esempio per il reddito da lavoro saltuario o stagionale dei componenti del nucleo familiare; a modificare la scala di equivalenza aumentando a 2,1 il peso dato al secondo figlio in luogo del bonus previsto per la nascita del terzo figlio; ad introdurre nell'assegno unico anche le politiche per la casa».

Rispondendo ai consiglieri l'assessore Olivi si è innanzitutto impegnato a fornire tutti i dati richiesti, segnalando la grande portata dell'operazione da avviare con l'assegno unico, «perché una cosa è prevedere uno sconto fiscale per le famiglie come avviene nel sistema attuale, e un'altra è trasformare dal 2018 questo mancato pagamento in un'erogazione monetaria vera e propria».

«Si tratterà ? ha precisato ? di almeno 18 milioni di euro su una ventina a disposizione».

Quanto ai nuclei familiari stranieri, l'assessore ha osservato che dell'introduzione di una maggiore flessibilità per l'Icef beneficerà soprattutto chi nella nostra comunità è maggiormente radicato. Per la casa il requisito di accesso richiesto dall'assegno unico sarà di tre anni di residenza in Trentino.

Così come avviene per le misure attuali, ha aggiunto, anche l'erogazione dell'assegno unico sarà subordinata all'effettivo utilizzo dell'aiuto per rispondere ai bisogni dei nuclei familiari e per i servizi (trasporto pubblico e asili nido). Olivi ha, poi, invitato la Commissione a formulare un'osservazione da accompagnare al parere, perché anche a suo avviso vi è l'esigenza di «una maggiore curvatura dell'Icef» a sostegno delle famiglie che tenga conto degli oneri connessi ai figli.

Infine il canale di accesso alla concessione ed erogazione dell'assegno assegno unico: ne esisterà uno solo, ha informato l'assessore, costituito dall'Agenzia provinciale per l'assistenza integrativa, alla quale si dovranno presentare le domande. Resterà in vigore la valutazione da parte dei servizi sociali dei casi delle famiglie che oltre al disagio economico hanno altre difficoltà.

L'assessore ha, infine, precisato comunque che per chi beneficia della disciplina vigente non cambierà nulla, e ha aggiunto che con l'assegno unico gli invalidi anziani continueranno a ricevere anche l'assegno di cura, che quindi si sommerà ai nuovi importi.

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