Un’esperienza... maturata sul monitor

La lettera al giornale

L'esperienza....maturata sul monitor

L’improvvisa emergenza epidemiologica, dovuta al Covid-19, ha finito (temo) per infliggere il colpo di grazia agli ultimi baluardi o fermenti di resistenza di qualsiasi forma di sapere autentico, vale a dire di matrice umanistica, nella realtà della scuola, oramai asservita a logiche di segno aziendalistico ed al dominio ostentato della burocrazia e delle tecnologie digitali, in funzione degli interessi più luridi del mercato del lavoro e del profitto capitalistico. Le tecnologie digitali vengono imposte come uno strumento di alienazione e di asservimento del soggetto, e non di emancipazione, come dovrebbe essere, per cui io non mi adeguo ad un modello di sviluppo spacciato in termini di un “progresso”, che è un falso progresso e che in realtà si rivela come una forma strisciante di schiavismo nuovo, camuffato dietro un paravento ipocrita ed elegante di modernità.

Ci hanno imposto un’aberrazione, un ossimoro, la DaD, sotto la pressione di una psicosi collettiva scatenata da una grave pandemia. Il prolungarsi della didattica digitale è stato logorante ed estenuante per tutti: alunni, genitori e docenti. Ebbene, meno male che è finita! Spero che si ritorni in aula, alla scuola in presenza, in quanto è l’unica forma di scuola che, nel bene e nel male, è formativa, è viva e stimolante, è l’habitat naturale di un pensiero critico e di una crescita integrale della personalità umana, in quanto consente agli studenti di socializzare tra loro e con gli insegnanti in maniera emotiva, dialettica, vitale ed empatica. La DaD, nella migliore delle ipotesi, può servire solo a trasmettere qualche arida nozione di tipo didascalico. Questa è la mia più sincera opinione, elaborata alla luce di un’esperienza che ho maturato sul campo. Anzi, sul monitor.

Lucio Garofalo


 

Non vedo tutte queste aberrazioni

Non ci vedo francamente tutti questi “luridi interessi” e queste aberrazioni - anche perché s’è cercata una soluzione (possibile) in una situazione (oggettiva) d’emergenza - ma tutti auspichiamo il ritorno della scuola ai saperi condivisi. In realtà, per quanto le possa sembrare paradossale, l’umanità ha sconfitto la tecnologia servendosene (o subendola, ma comunque utilizzandola o cercando di utilizzarla): perché ha capito che nulla potrà mai sostituire il rapporto reale (autentico, per usare le sue parole) fra le persone. Non trova? In quanto ai “luridi interessi”, le dico che ancora una volta è emersa una società che viagga a più velocità. Mentre la scuola ha il compito - che a volte diventa anche un limite - di viaggiare a una velocità che permetta a tutti di restare in carreggiata, senza perdere nessuno per strada (cosa che in questo periodo è invece avvenuta, anche se le promozioni garantite non permetteranno di cogliere fino in fondo, almeno ora, questo dato con il quale un giorno faremo i conti).

lettere@ladige.it

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