L’Autobrennero e la sicurezza

La lettera al direttore

L’Autobrennero e la sicurezza

Egregio Direttore più volte sul suo giornale appaiono interviste con dirigenti o amministratori dell’Autostrada del Brennero che continuano a esaltare la sicurezza sull’autostrada A.22 e confermando il calo degli incidenti. È una cosa strana che i giornali da Lei diretti continuino a scrivere senza un minimo di confronto da queste interviste e gli articoli dei suoi giornali.
Per capirci, il direttore tecnico, l’amministratore delegato e il presidente negli ultimi mesi hanno fatto sette interviste per dire che in Autobrennero ci sono pochi incidenti e molta sicurezza, se invece si va a leggere i vostri articoli nel merito verifichiamo che in tre mesi ci sono stati solo nel Trentino Alto Adige 35 incidenti con tre morti, 3 camion incendiati e colonne a non finire. Non si conosce il numero da Ala a Campogalliano perché non leggo i giornali di Verona, Mantova e Modena, ma si presume che gli incidenti ci siano anche da quelle parti. Domanda: ma l’A22 è proprio sicura? I vostri giornalisti non dovrebbero indagare su questi dati ogni tanto o perlomeno tenere conto degli articoli degli incidenti? Oramai i giornali scrivono tutto quello che viene detto o passato senza verifiche, chi verifica dal vivo è la persona che percorre l’A22 e ogni settimana è intrappolato in code o incidenti. Se vuole rispondermi la ringrazio.

Riccardo - Trento


 

L'A22 è più sicura di tante altre autostrade

Una cosa sono le statistiche - che parlano con la chiarezza tipica dei numeri - e una cosa sono gli ultimi tragici fatti di cronaca (che come sa diventeranno freddi dati statistici l’anno prossimo, un anno che si rivelerà particolarmente triste se paragonato allo scorso anno). Teniamo conto degli incidenti e ne riferiamo puntualmente, ma abbiamo un problema analogo quando si presentano le statistiche sulla sicurezza. Per due ragioni. La prima è che i bilanci sono sempre riferiti, se non all’anno prima, almeno al semestre precedente; la seconda è l’enorme distanza che c’è fra il reale e il percepito. Mi creda, non c’è un giorno in cui il nostro giornale non faccia più di una verifica, in cui i miei colleghi non facciano domande scomode. Fra l’altro chi le sta rispondendo passa molto del proprio tempo - troppo, mi verrebbe da dire - lungo l’A22. E l’altra settimana, nel giorno dei due incidenti mostruosi, ho battuto un tragico record: perché ero in autostrada, nemmeno tanto distante dal punto degli impatti, in entrambe le occasioni, come ben sa mia moglie, che giustamente mi ha chiamato particolarmente allarmata, e come ben sanno i colleghi, che mi hanno aspettato a lungo perché sono arrivato a due riunioni con un ritardo impossibile. Se ha invece visto troppe interviste la colpa è certo nostra, ma abbiamo un alibi: sono giorni particolarmente importanti per l’A22; per il tema delle concessioni, per il traffico di fine anno (i mercatini e le belle giornate sugli sci sono una delizia, ma anche una croce per chi viaggia in autostrada), per i bilanci di fine anno. Da utente - ma certamente la pensa così anche lei - le posso dire che davvero, anche per l’asfalto particolare che c’è sulla Brennero, trovo l’A22 molto più sicura di tante altre autostrade (stavo scrivendo di tutte, ma trovo molto sicura anche la BreBeMi, l’A35 che forse dà l’idea di essere sicura anche perché è sempre abbastanza vuota).  Ma so bene, benché sia una delle voci fondamentali del bilancio di A22, che non s’investe mai a sufficienza in sicurezza.

a.faustini@ladige.it

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