Coronavirus in Trentino: un'altra vittima fra gli anziani della rsa di Montagnaga

C'è un nuovo decesso a causa del coronavirus: si tratta di un'altra signora anziana ospite della rsa di Montagnaga di Piné, dov'era scoppiato un focolaio con una quarantina di contagi. Due giorni fa nella stessa casa di riposo si era purtroppo registrata la morte di altre due ospiti: Dina Bazzanella (96 anni) e Natalina Moser (90).

Per quanto riguarda i nuovi positivi, oggi numeri ridotti in Trentino sui contagi, a causa del bassissimo numero di test svolti domenica: solo 175  che hanno registrato due tamponi positivi e altri quattro all'esame rapido antigenico (che per la conferma richiede però un tampone molecolare).

«I positivi - ha detto poco fa in conferenza stampa il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti - sono attualmente 681. Quindi il Trentino - che fra l'altro esegue il maggior numero di test in proporzione alla popolazione residente - è fra le aree italiane con i dati migliori. Siamo insieme a Molise e Basilicata una delle tre realtà nazionali senza pazienti in terapia intensiva.

I ricoverati sono scesi a 19, numeri - aggiunge Fugatti - e in generale è un quadro che conferma che i trentini si stanno comportando reponsabilmente.

Ma sappiamo che la situazione sta peggiorando sia in Italia sia in Europa e dunque bisogna restare con i piedi per terra e fare attenzione».

All'incontro con i mediac'erano anche il dirigente generale del dipartimento salute, Giancarlo Ruscitti, e il direttore della prevenzione dell'Apss, Antonio Ferro. Il primo ha rassicurato sulla situazione attuale nelle rsa definendola «sotto controllo».
Ferro, dopo aver comunicato che sono 45 le classi scolastiche in quarantena, ha spiegato come grazie all'individuazione dei casi asintomatici si riesce a spezzare la catena dei contagi.
Preoccupa tuttavia l'aumento dei cluster familiari, dove è più complicato ma fondamentale intervenire per evitare la trasmissione del virus, specialmente dai nipoti ai nonni. Qui, ha osservato Ferro, si stanno facendo grandi sforzi di prevenzione.

Il presidente Fugatti ha affrontato anche la questione del nuovo dpc, atteso nelle prossime ore, dicendosi preoccupato per le ipotesi di chiusure anticipate di bar e ristoranti, in particolare l'orario limite delle 21 per consumazioni all'aperto, e di sospensione delle attività sportive amatoriali. Fra queste ultime preoccupa la Provincia soprattutto lo sci, alla vigilia della stagione invernale. «Perciò - ha detto - abbiamo chiesto che non siano vietate almeno le attività sportive all'aperto».

Fugatti ha comunciato che le anticipazioni date alle Regioni e Province autonome riguardano anche la sospensione delle gite scolastiche.

Si preannunciava, poi, il divieto di festeggiamenti con più di trenta persone e la sospensione di feste e sagre.

Per lo sport di contatto (calcio, basket, palalvolo eccetera) si intende attuare un blocco per le squadre amatoriali, mentre quelle dilettantistiche continuerebbero l'attività.

Per palazzetti e stadi si scenderebbe a una capienza di duecento persone dalle mille attuali.

«Noi -ha detto Fugatti - abbiamo insistito sulla necessità di dare continuità alla scuola e al mondo del lavoro. Nonché di favorire interventi calati sui singoli territori che presentano focolai e richiedono restrizioni. Lo abbiamo fatto in Trentino nel caso del comune di Cembra Lisignago, riuscendo a gestire la situazione senza un lockdown locale generalizzato ma con provvedimenti mirati».

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