Con il reddito di cittadinanza subaffittava in “nero” la casa Itea a uno spacciatore

La droga, a ben guardare, passa quasi in secondo piano. Sì, perché non è lo spaccio di stupefacenti, per quanto grave, ciò che colpisce di più nell’operazione messa a segno dalla Guardia di Finanza di Trento.

Lo spacciatorre incastrato dalle Fiamme Gialle, infatti, vive in un appartamento Itea, che gli è stato subaffittato in “nero” dal legittimo titolare, un italiano per giunta titolare di reddito di cittadinanza.

Tutto è nato dai consueti controlli sul territorio della Guardia di Finanza, che continuano anche in tempi di emergenza Coronavirus.

Gli spacciatori stessi si sono organizzati, garantendo servizi di consegna a domicilio, con tanto di servizio di “prenotazione” tramite i social media.

Ieri, al termine di alcuni giorni di osservazione e pedinamento, che tuttavia non avevano consentito di cogliere sul fatto il soggetto monitorato, i militari hanno colto al volo l’unica possibilità che si è presentata.

Uscito dalla palazzina dove verosimilmente era domiciliato, J.V., tunisino pregiudicato di 39 anni, è stato avvicinato da un ragazzo al quale ha consegnato velocemente qualcosa, probabilmente una dose.

A quel punto, è stato immediatamente bloccato e trovato in possesso di una dose di cocaina, che il nordafricano ha dichiarato essere per uso personale. Però aveva con sé anche la chiave di un appartamento, grazie alla quale i finanzieri hanno individuato l’appartamento dove dimorava.

La perquisizione domiciliare eseguita, ha permesso di ritrovare e sequestrare complessivamente 30 dosi di cocaina: alcune sono state rinvenute occultate nelle pieghe di una bandiera italiana, accuratamente ripiegata ed appoggiata sul comodino vicino al letto del tunisino.

Altre dosi sono invece state scoperte abilmente cucite negli orli di due pantaloni appesi nell’armadio e di una coperta.  Pluripregiudicato ed irregolare sul territorio nazionale, è stato denunciato e nei suoi confronti sarà avviato l’iter per l’espulsione.

Gli ulteriori accertamenti hanno permesso di verificare che lo spacciatore occupava un appartamento dell’Itea, che gli era stato subaffitato da un italiano che ha la titolarità dell’appartamento, per giunta titolare di reddito di cittadinanza: con riguardo a questi ultimi aspetti, l’italiano sarà perseguito per l’indebito conseguimento delle agevolazioni sociali sia con riguardo all’abitazione che all’assegno mensile.

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