Gioco erotico in chat finito in tragedia I rischi del sesso estremo

di Sergio Damiani

Il sesso, nelle sue infinite sfumature di grigio, è piacere. Chi mette a rischio la vita entra nella patologia. La morte per asfissia del ragazzo di 25 anni di Trento dimostra che di sesso - in questo caso parrebbe di pratiche estreme di bondage - si può morire, per di più in collegamento web con il  partner. Ne abbiamo parlato con Laura Mincone, psicologa con una specializzazione in sessuologia. Le sue valutazioni sono, ovviamente, generali non avendo conoscenza diretta della tragedia.  

Quanto sono diffuse queste pratiche sessuali estreme?

In questo caso si incrociano due problematiche diverse: il mare magnum delle chat e di internet che ha facilitato gli incontri, e l’esistenza di pratiche sessuali che possono essere molto pericolose. Fare delle stime sulla loro diffusione è difficile perché entriamo in una sfera molto privata di cui le persone in genere non parlano.



Sfera privata, ma anche molto pericolosa.

Ci sono pratiche che se portate all’estremo possono portare alla morte.

Come il bondage.

Se praticato tra adulti consenzienti, non è detto che il bondage, cioè l’immobilizzazione del partner, sia pericoloso. Lo diventa nel momento in cui ci si spinge su un terreno ad alto rischio come quello del soffocamento.

Ma che gusto c’è nello strozzarsi a vicenda?

La mancanza di ossigeno dovrebbe aumentare il piacere. Di certo aumenta molto il rischio. Sono pratiche che spesso si accompagnano a sadomasochismo e feticismo.

In questi casi di soffocamento siamo nel campo della patologia o sono solo gusti sessuali diversi?

Se si mette in pericolo la propria vita o quella del partner si entra nel campo della patologia. Il manuale Dsm-5 (il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, ndr) distingue anche in campo sessuale le pratiche pericolose o impattanti.

Chi gioca con la vita si rivolge al sessuologo per essere aiutato?

Di rado. Generalmente le persone vengono a chiedere aiuto quando stanno molto male. Questo atteggiamento peraltro è comune a tutte le parafilie (cioè i comportamenti sessuali atipici, ndr)

La colpa è di internet?

Non direi. Internet ha sdoganato e reso più facili alcune pratiche di difficile attuazione in passato. Ora è più facile trovare possibili partner, senza mettersi realmente in relazione. L’aspetto che può essere negativo è che internet rischia di veicolare nei più giovani, specie nella pre-adolescenza, l’idea di una sessualità che sta fuori dalla relazione, caratterizzata da aggressività e sofferenza.

A chi ama le pratiche sessuali estreme cosa direbbe?

Di non sottovalutare i rischi mettendo in pericolo la vita. Questo accade per esempio quando si è da soli. La presenza del partner aumenta la sicurezza perché ci possono essere parole di sicurezza per fermarsi prima che sia troppo tardi.

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