Addio a mister Flavio Tavernaro Domenica ha vinto l'ultima partita

di Andrea Orsolin

Domenica scorsa al termine della partita vinta contro il Porfido Albiano è entrato in campo per dare il «cinque» ai suoi giocatori. Per tutti loro, «Flavietto» - così soprannominato da alcuni per via della sua struttura minuta - è sempre stata una persona di riferimento.

Nonostante le urla di rimprovero che spesso si sentivano rimbombare al campo di allenamento o nel match domenicale, mai del tutto contento della prestazione offerta. Un perfezionista, insomma. Ma quando trascorri così tanto tempo assieme ad una persona, condividi vittorie e sconfitte, fatiche e cadute, non puoi in qualche modo volergli bene. Il suo merito stava nel tirare fuori da ognuno il meglio che poteva offrire - o almeno questo era il suo obiettivo, e quando qualcosa non andava lo sentivi, eccome se lo sentivi - ed ecco che al primo errore ti correggeva. La felicità di una vittoria durava il momento di un applauso: il pensiero andava alla domenica successiva, ai problemi di formazione da colmare, al nuovo avversario da incontrare. Una domenica che non ci sarà più.

La morte di Flavio Tavernaro, 54 anni, è giunta improvvisa, nata dal niente, e lascia senza parole. Arrivata nella mattinata di ieri all’Ospedale di Feltre, dove era stato ricoverato lunedì per una peritonite. Difficile perfino battere su una tastiera bagnata di lacrime, le dita che scivolano via lente, ripercorrendo quello che è stato e che da oggi non c’è più. La sua imitazione, le risate, le infuriate. Elencare i suoi risultati sportivi, in questi momenti, può sembrare quasi un’eresia. Ma se questo serve per dargli onore, ben venga. Perché va ricordato che Flavio è stato l’allenatore più vincente del calcio nella valle di Primiero. L’unico a portare la squadra in Prima categoria, per ben due volte, a distanza di sedici anni. La prima nel 2002, la seconda (nella foto l’esultanza dopo la vittoria decisiva contro la Vigolana, 27 maggio 2018) l’anno scorso. Con due gruppi completamente diversi, che hanno potuto evidentemente giovare della sua mano esperta. Nel mezzo anche alcune esperienze fuori valle e l’abilitazione a maestro di tennis, altra sua grande passione.

Piangono la sua scomparsa la mamma Orsolina, la compagna Maria Grazia e tutta la società dell’Us Primiero. La data dei funerali non è ancora stata fissata. Cinquantaquattro anni sono troppo pochi per morire. Dire che lascerà un vuoto sarà anche pura retorica, ma è proprio così. Speriamo, allora, che l’eco delle sue sfuriate rimbombi ancora a lungo nei nostri timpani, e che i suoi insegnamenti rimangano impressi per sempre nel nostro cuore.

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