Casa di accoglienza per malati di leucemia Inaugurato dall'Ail l'alloggio per i pazienti

Convivere con una malattia come la leucemia è destabilizzante sotto molti punti di vista. Tra i disagi da superare durante le lunghe cure c'è la lontananza dalla propria casa e dagli affetti. Ail Trentino, da vent'anni punto di riferimento per i pazienti ematologici, ha aggiunto un altro tassello alla sua offerta di sostegno: ieri è stata inaugurata la casa di accoglienza di Spini di Gardolo, donata nella primavera 2017 con un imprevisto lascito dallo scomparso Paolo Mattedi. Una nuova sfida per i volontari, che ora potranno dare alloggio gratuito ai pazienti e ai loro famigliari per effettuare cure o controlli negli ospedali di Bolzano, Trento e nel centro di Protonterapia. 

Tre stanze, due bagni, la cucina e un luminoso soggiorno: spazi arredati con cura per rendere il soggiorno il più possibile confortevole, anche grazie alla presenza di un servizio di assistenza psicologica e dell'animazione con i clown. «Quando il notaio ci ha chiamati per il lascito potevamo non accettare l'eredità», ha esordito ieri davanti all'ingresso della Casa Ail il presidente Roberto Valcanover. «Potevamo anche vendere l'immobile, invece ci siamo presi la responsabilità di trasformarlo in quello che, secondo noi, Paolo Mattedi avrebbe voluto», ha evidenziato con accanto il vice presidente nazionale Daniel Lovato. 

L'ente di volontariato era stato nominato erede universale del lascito di Paolo Mattedi, ex dipendente Whirpool scomparso nel marzo 2017 quando aveva 64 anni. L'uomo, residente a Trento, nel 2016 si era recato nella sede dell'associazione in via Dietro le Mura in vista di un trapianto di midollo. Si era limitato a chiedere informazioni sui servizi Ail e aveva accettato un piccolo sostegno economico. «Da quel giorno non l'abbiamo più visto e nemmeno abbiamo avuto notizie, fino alla sorpresa del testamento», ricorda Valcanover. Non potendolo più ringraziare personalmente, l'associazione ha deciso di intitolare la struttura a suo nome, un gesto simbolico a fronte di un generosissimo dono. 

Ogni giorno nel day hospital pediatrico di Trento ci sono fino a 7 nuovi ingressi legati alla protonterapia, oltre alla decina di malati leucemici. A queste persone e alle loro famiglie l'associazione vuole offrire il conforto di un luogo accogliente, dove portare le proprie coperte e i propri asciugamani, per ricreare il più possibile l'ambiente di casa e dare vita a una piccola comunità. Da luglio anche la sede dell'associazione è stata spostata nell'immobile donato da Paolo Mattedi. «Troveranno sempre gli stessi volti ad accoglierli. Non è un albergo dove si dorme e basta», spiega la psicologa Sara Bellone, che negli ultimi mesi si sta occupando anche di un corso di formazione per dieci volontari che faranno da ponte tra l'ospedale e la struttura di Spini (per candidarsi info@ailtrentino.it o 0461985098). 

«Per una procedura di midollo osseo è richiesto un periodo di follow-up ravvicinato per almeno tre mesi, con controlli ambulatoriali frequenti, che obbligano ad avere una residenza vicina all'ospedale», fanno notare da Ail Trentino. «I malati sono la nostra priorità: questa inaugurazione è un momento di gioia, ma non possiamo dimenticare la preoccupazione per la carenza di personale al S.Chiara. Al momento tra day hospital e Pediatria c'è solo un ematologo più un part-time, quando fino a qualche mese fa erano in cinque professionisti».

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