Adunata, studenti porteranno i pasti agli anziani residenti

Un’ottantina di studenti ma anche insegnanti, genitori, amici. Nei quattro giorni dell’adunata degli alpini diciassette anziani che abitano in centro storico, nella famosa zona rossa, dove per la gran folla attesa sarà difficile muoversi anche a piedi, riceveranno regolarmente come tutti gli altri giorni il loro pasto a domicilio grazie a un centinaio di volontari che si sono messi a disposizione per garantire il servizio.


A raccogliere le disponibilità e organizzare l’intervento è stato Paolo Zanlucchi, dirigente dell’Università popolare trentina - Scuola delle professioni per il terziario. Zanlucchi è stato ufficiale degli alpini e per sei anni nella direzione della sezione Ana di Trento, è nipote di un alpino del Battaglione Trento e pronipote di un Kaiserjäger. Penna nera orgogliosa che quando ha intuito di poter dare una mano concreta all’organizzazione dell’adunata del centenario non ci ha pensato due volte.

«Parlando con il vice presidente della sezione Paolo Frizzi - racconta - sono venuto a sapere che c’era questo problema dell’approvvigionamento degli anziani del centro che vengono assistiti con i pasti a domicilio, di solito garantiti da una cooperativa sociale con i furgoncini ma che in quei giorni avrebbe avuto difficoltà logistiche. E così ho pensato che poteva essere un’opportunità per dare una mano da parte di una comunità viva come la scuola». La sede dell’Upt è da quest’anno scolastico in città, in via Borsieri. Zanlucchi ha perciò preso carta e penna e scritto una lettera alle famiglie, agli insegnanti e ai ragazzi lanciando l’idea di mettersi a disposizione per portare il cibo personalmente, a piedi.

La risposta è stata sorprendentemente positiva: quasi un terzo dei circa 300 studenti ha detto sì e con loro anche alcuni insegnanti e genitori. Un centinaio di persone che saranno organizzate in squadre, vestiranno una casacca in modo da essere riconoscibili e porteranno i pasti all’ora di pranzo (un viaggio unico anche per la cena) da giovedì 10 a domenica 13, entrando così a pieno titolo nella macchina organizzativa dell’adunata, che oltre a occuparsi degli alpini ha predisposto anche servizi alternativi per evitare che la città vada in tilt.


«I ragazzi - riflette Zanlucchi - sono estranei ai mondi degli alpini e del volontariato e mi piace l’idea di far vivere loro questa esperienza, capire quello che si può fare per gli altri. Ed è stato entusiasmante vedere che la risposta è andata oltre ogni aspettativa».


Con la sua iniziativa il dirigente scolastico alpino si è guadagnato il pubblico plauso dell’organizzazione in occasione della presentazione ufficiale dell’evento. E in un momento in cui la scuola è al centro dell’attenzione soprattutto per incredibili episodi di bullismo e prevaricazioni va giustamente orgoglioso dell’esempio positivo fornito dai suoi studenti. «È un segnale positivo. E siccome come sempre fa molto più rumore un albero che cade che una foresta che cresce credo sia importante riconoscere e cogliere segnali positivi di disponibilità e sensibilità come questo».

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