Influenza, il picco arriva a Natale In Trentino il virus arriva prima

di Marica Viganò

L'influenza è arrivata, in anticipo rispetto ai territori vicini. Lo evidenzia il Rapporto epidemiologico Influnet, la rete italiana di sorveglianza coordinata dall'Istituto superiore di sanità con il sostegno del ministero della Salute. Dal 27 novembre al 3 dicembre (48° settimana) sono letteralmente scoppiati gli episodi di influenza nella nostra provincia e in metà delle regioni che partecipano alla «sorveglianza epidemiologica». In sette giorni si sono registrati 145mila nuovi casi in tutta Italia. Ma dall'inizio del periodo di sorveglianza di Influnet (la 42° settimana) febbre e malessere hanno messo a letto 600.000 italiani. I dati sono stati forniti da 649 medici sentinella, che hanno inviato i dati riguardo alla frequenza delle sindromi influenzali tra i propri assistiti.

L'incidenza media totale è di 2,39 casi per mille assistiti (2.022 casi totali su un totale assistiti pari a 845.196), mentre in Trentino siamo già a 3,43. Ed è solo l'inizio. «Siamo ancora al di sotto della soglia epidemica, ma facciamo parte del gruppo di regioni in cui si può dire che è già iniziata la stagione influenzale» spiega il dottor Valter Carraro, direttore dell'Unità operativa di Igiene e sanità pubblica dell'Azienda sanitaria provinciale. I dati vanno contestualizzati: una delle variabili, ad esempio, è la tempestività con cui i medici che fanno parte della rete di sentinelle notificano i dati.

«La stagione influenzale in Trentino è in anticipo - prosegue il dottor Carraro - Nel 2016 abbiamo avuto il picco epidemico le ultime settimane di dicembre e non escludo che pure quest'anno potrebbe essere precoce, tra fine anno e l'inizio del 2018. Abbiamo avuto anni in cui il picco epidemico si verificava tra gennaio e febbraio». Il virus rischia dunque di mettere ko i trentini proprio durante le festività.

Se in Calabria, Abruzzo e Liguria i primi casi di influenza si sono registrati già la 45° e la 46° settimana, in Trentino è a partire dalla 48° - dal 27 novembre al 3 dicembre - che il virus si è diffuso, facendo subito balzare la nostra provincia fra i territori in cui l'incidenza è più alta. Con 3,43 casi per mille assistiti, siamo secondi solo alla Calabria (4 ogni mille). Nella nostra provincia i medici sentinella sono 13, per un totale di assistiti monitorati pari a 15.146. I 52 casi di influenza registrati valgono dunque come proiezione.

Ad ammalarsi sono per la maggior parte i bimbi della fascia 0-4 anni (11,63 casi per mille assistiti), seguiti dai più grandicelli (a partire da 5 anni) e dagli adolescenti (fino a 14 anni). Meno casi fra gli over 65: merito anche dell'adesione alla campagna vaccinale. È vero che i più piccoli tendono ad ammalarsi più facilmente, ma è bene tenere presente un'altra variabile del report: la composizione dei medici sentinella. In Trentino, ad esempio, fanno parte della rete di monitoraggio diversi pediatri. «Da noi, dunque, il fenomeno viene precocemente evidenziato - spiega il dottor Carraro - I dati sono attendibili, ma vanno decifrati».

In Trentino la campagna vaccinale, che ha avuto un discreto riscontro, non è terminata. «C'è ancora tempo per vaccinarsi. È molto importante farlo. Non possiamo ancora prevedere quale sarà l'intensità epidemica e se sarà particolarmente grave nei sintomi. Di sicuro, allo stato attuale, sappiamo che si tratta di una stagione precoce».

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