Sanità e reclami, i trentini non digeriscono i ticket

Stando alle segnalazioni giunte in Azienda sanitaria nel corso del 2016 i trentini sono sostanzialmente soddisfatti dei servizi che vengono loro offerti. Su 2.833 segnalazioni, infatti, più di 2000, e precisamente 2006, sono state di ringraziamento e 797 di reclamo. A questi numeri vanno aggiunte 30 proposte. I dati emergono dal report elaborato dal Servizio Comunicazione interna ed esterna dell'Azienda sanitaria.

Complessivamente lo scorso anno si è registrata una diminuzione dei reclami del 24,3%. Evidente che una percentuale di calo così elevata può voler dire due cose: o i trentini sono realmente più soddisfatti e le cose stanno andando meglio oppure hanno semplicemente smesso di lamentarsi.

Le segnalazioni di disservizio più numerose sono legate alle procedure di accesso ai servizi e in particolare al pagamento dei ticket (che peraltro non è una questione che decide l'Azienda, ndr) (148 reclami). Al secondo posto come numero di lamentele per i trattamenti sanitari ricevuti (133).

Sono calate notevolmente rispetto allo scorso anno le segnalazioni per mancanza di tempestività (passate da 227 a 145) e anche quelle sulle relazioni sociali e umane (da 94 a 75). Ed proprio questa voce che il direttore Paolo Bordon vorrebbe ridurre al minimo. «È uno dei temi sui quali abbiamo lavorato, l'umanizzazione delle cure, con incontri ad hoc con personale medico e infermieristico per migliorare i tempi di ascolto al di lè delel prestazioni. È evidente che tra le segnalazioni che ci vengono fatte alcune sono risolvibili, altre, come il comfort alberghiero del S. Chiara, sono più difficili da risolvere a breve». Bassissimi i reclami per pulizia e qualità del vitto, segno che omunque nel complesso gli aspetti «alberghieri» non sono un problema.

L'obiettivo è comunque quello di cercare di essere sempre più vicini alle esigenze dei cittadini e va in questa direzione anche la recente delibera che ridefinisce i ruoli dei referenti Urp istituisce la rete degli stessi.
«L'importanza della funzione di accoglienza, orientamento, informazione e gestione dei motivi dell'insoddisfazione dei cittadini è sempre più evidente all'interno delle strutture organizzative complesse e in particolare di quelle che erogano servizi alla persona. L'Azienda sanitaria è una struttura organizzativa complessa e la molteplicità dei servizi erogati sul territorio rende necessaria la disponibilità, almeno nelle principali sedi, di un aiuto rivolto ai cittadini per facilitarli nell'accesso ai servizi», si legge nella delibera. La figura del «referente Urp» a livello territoriale o ospedaliero svolge queste funzioni.

In pratica il referente Urp informa, orienta l'utente e raccoglie eventuali reclami o segnalazioni positive. Alcuni nomi dei referenti sono nuovi, altri sono delel conferme. Si tratta di Ariella Zilli (Ambito territoriale Bassa Valsugana e Tesino), Giuseppe Tomasi e Tessaro Antonella (ospedale di Borgo), Olga Toller e Eugenia Lanza (ambito territoriale Alta Valsugana), Giuseppe Tomasi (Ambito territoriale Primiero), Paolo Delladio (ambito territoriale Fiemme e Fassa e Ospedale di Cavalese), Sabrina Boninsegna (ambito territoriale Alto Garda e Ledro e ospedale di Arco), Rossella Bonenti (ambito territoriale Giudicarie e Rendena e ospedale di Tione), Cinzia Zendrini (ambito territoriale Vallagarina), Maurizio Berrera (ambito territoriali Valle di Non e Sole - Rotaliana e Paganella - Cembra - Lavis - Ospedale di Cles), Pietro De Franchis (ambito territoriale Trento e Valle dei Laghi) e Liliana Ricciuti (ospedale di Rovereto).

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