Attenti al finto avvocato Dieci truffe solo a Trento

«Buongiorno, sono l’avvocato V. e la chiamo perché suo figlio è rimasto coinvolto in un incidente». È questa la frase che introduce la truffa. Il cognome del sedicente avvocato è tipico trentino, la voce è senza accento.

Molti anziani, ricevendo la telefonata, gli hanno dato retta affidando ad un suo complice i soldi della «cauzione», pensando in questo modo di salvare il figlio dai guai. C’è chi ha perso quasi tremila euro.

Dieci dall’inizio dell’anno sono i casi di truffa e di tentata truffa orditi dall’avvocato V. in città e dintorni. L’ultimo è accaduto la scorsa settimana ad una pensionata che abita nel centro a Trento: non ha consegnato l’importo al truffatore semplicemente perché non aveva in casa così tanto denaro contante. La cifra richiesta in questo caso è stata di 2.500 euro.

La signora, come lei stessa ha raccontato alle forze dell’ordine, ha ricevuto la chiamata di un uomo che si è presentato come l’avvocato V. e che con tono professionale le ha spiegato che il figlio, a causa di un incidente, si trovava dai carabinieri. «Occorrono 2.500 euro per la cauzione, affinché possa tornare in libertà» ha evidenziato il finto professionista.

La donna si è fidata, anche perché il sedicente avvocato ha specificato il nome del figlio, come se davvero lo conoscesse. L’impostore le ha fornito un numero di telefono per contattare i carabinieri (con il prefisso 0461), al quale ovviamente non risponde alcun militare bensì un complice del truffatore.

Il raggiro però non si è concluso perché la signora, con molta franchezza, ha subito detto all’«avvocato» di non avere denaro contante in casa. Nonostante le insistenze dell’interlocutore, che chiedeva almeno un acconto, la donna ha ribadito di non essere in grado di recuperare così tanti soldi in pochi minuti o in poche ore, perché è abituata a tenere poco «liquido» con sé.

La telefonata dunque si è interrotta con un nulla di fatto per il truffatore, mentre la vittima, che nel frattempo era riuscita a mettersi in contatto con il figlio, ha capito che l’«avvocato V.» altro non era che un impostore.

Ha deciso, dunque, di denunciare l’accaduto. Le segnalazioni - alcune messe nero su bianco, altre solo raccontate alle forze dell’ordine senza formalizzazione - sono una decina, tutte contro «l’avvocato V.». Polizia e carabinieri invitano i cittadini a non consegnare mai soldi a sconosciuti e di non aprire loro la porta, anche se si tratta di persone gentili che si presentano come avvocati, come collaboratori di studi professionali, come appartenenti alle forze dell’ordine o come addetti alla manutenzione degli impianti.

Altro consiglio fondamentale è di chiamare sempre, in caso di dubbio, il «112» o il «113»: a questi numeri rispondono poliziotti e carabinieri preparati, che sapranno dare consigli importanti ai cittadini

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