Trento, i candidati sindaco poco «amati» sui social network

La solitudine non è propria solo dei numeri primi, ma anche dei primi cittadini. Sindaci o candidati sindaco che provano a essere social, ma i social se ne fregano di loro

di Matteo Lunelli

La solitudine non è propria solo dei numeri primi, ma anche dei primi cittadini. Sindaci o candidati sindaco che provano a essere social, ma i social se ne fregano di loro. Accade (anche?) a Trento. Tra un mese e mezzo si terranno le elezioni comunali: nel capoluogo i candidati sono cinque, ancora ufficiosi, e qualche nome potrebbe aggiungersi all’ultimo. Sono Alessandro Andreatta, sindaco uscente, in carica dal settembre 2008; Claudio Cia, consigliere provinciale, sostenuto da un centro destra compatto (Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia, Civica Trentina e Progetto Trentino); Paolo Negroni del Movimento 5 Stelle; Paolo Primon sostenuto da Popoli Liberi; Antonia Romano dell’Altra Trento.

Abbiamo spulciato i loro profili Facebook e Twitter, per capire come si stanno muovendo in vista del voto. In generale, numeri alla mano (i numeri non mentono, sono oggettivi) l’impressione è che il popolo del web (che termine orribile) non sia particolarmente interessato alle loro performance mediatiche. Ma se ne frega di loro «personalmente», o è solamente una conferma dell’allontanamento tra politici e cittadini? Probabilmente la seconda, anche se il web, e i social network in particolare, sarebbero uno strumento preziosissimo per colmare questa distanza, o almeno ridurla. Bisognerebbe, però, saperli usare, sfruttare e dominare. E avere un pubblico al quale rivolgersi.

Alessandro Andreatta è sbarcato sui social da pochissimo, giusto il tempo di sapere che sarebbe stato lui el hombre del partid(t)o. Su Facebook Andreatta piace a 129 persone. Una miseria. I Mi Piace, ovviamente e per fortuna di Andreatta, non sono voti (nel 2009 ne prese 33.468), ma sono un termometro. Sulla sua pagina si legge che Facebook è «uno strumento in più per tenervi informati sulla mia attività e per raccogliere i vostri commenti». Bellissimo! Peccato che nei vari post, link e foto l’ultimo commento risalga al 21 ottobre 2014. Gli ultimi dieci post pubblicati hanno raccolto, in totale, 24 Mi Piace, con una media di 2,4 l’uno. Una media di certo superiore a quella dei punti fatti dal Milan con Pippo Inzaghi in panchina (non ci vuole molto), ma piuttosto sconfortante. Su Twitter Andreatta non va meglio. I suoi «seguaci» sono 93, più della metà (47) «istituzionali» (20 tra giornali, giornalisti, radio, tv, siti, 13 tra associazioni e partiti, 14 tra i colleghi politici). Il sindaco, invece, segue tanti profili di politici o partiti (tutti della sua area politica) e tantissimi giornalisti, soprattutto quelli che si occupano di politica. I tweet, dal 18 febbraio (giorno dell’iscrizione a Twitter di Andreatta, social network nato nel luglio 2006) sono stati ben 10. I retweet totali sono stati 7 (e qui siamo in media con Pippo Inzaghi).

Claudio Cia è decisamente più social, almeno come tempi di militanza. La sua pagina Facebook, sponsorizzata, ha 1.370 Mi Piace (praticamente i voti che ha preso alle provinciali 2013, che furono 1.164). Commenti e like non mancano, anche se non parliamo di numeri clamorosi, e Cia (o chi per lui) è bravo a rispondere a domande, complimenti e accuse dei suoi lettori. Su Twitter (il cognome-nome del profilo andrebbe cambiato) le differenze con Andreatta sono pochissime. Cia, che si è iscritto nel 2012, ha 101 follower e anche per lui il 50% è «istituzionale» (23 giornalisti, 14 associazioni o partiti e 11 politici). I following? Cia è più «democratico» rispetto ad Andreatta e non segue nessuno del proprio schieramento, ma quasi tutti i principali avversari politici (il motivo è piuttosto evidente).

Passiamo ora a chi, sui social, dovrebbe essere il numero uno assoluto, ovvero Paolo Negroni del Movimento 5 Stelle, un partito che ha fatto proprio del web la propria arma principale. Negroni, tuttavia, ha solo 296 «amici» su Facebook (il suo profilo è personale, non una pagina pubblica) e 34 follower su Twitter (la foto profilo con una mosca che gli vola sopra la testa, però, sarebbe bersaglio di facilissime ironie) dei quali appena 8 «istituzionali» (1 giornale - L’Adige -, 1 associazione o partito - il Trentino 5 Stelle, of course - e 6 politici). Dalla sua pagina Fb scopriamo che tifa Milan e quindi eviteremo qualsiasi paragone statistico con Pippo Inzaghi, per non girare troppo il dito nella piaga.

Di Paolo Primon e Antonia Romano non è dato sapere il numero di «amici» su Facebook, considerato che il profilo (di lei e di lui) è personale e privato. Primon, però, ci informa tramite il social che lui è «Uomo presso Pianeta Terra» e per questa preziosa precisazione non possiamo che ringraziarlo. L’esponente di Popoli Liberi non è su Twitter, ma è molto attivo su YouTube, social sul quale alcuni dei suoi monologhi hanno avuto un discreto successo (6.600 click per il video sulla sicurezza). Su Twitter va invece molto bene Antonia Romano, che detiene il record di follower, 196 (7 giornali o giornalisti, 33 associazioni o partiti, 7 politici). Su Facebook, invece, il profilo è piuttosto anonimo, a partire dall’immagine, dove non si vede il viso della candidata, ma una scritta, e in copertina c’è una barca in mezzo al mare (non sappiamo se si tratti di un messaggio politico). Scopriamo che è tifosissima della Trentino Volley, ma anche che ha recensito con una sola stellina su cinque la pagina Facebook dell’Adige, mettendone in dubbio l’indipendenza (che tuttavia è oggettiva, non essendo il nostro giornale organo di alcun partito e non ricevendo alcun contributo pubblico).

Questo, in sintesi, il quadro dei candidati, che provano a essere social, ma con scarsi risultati. Se l’affluenza alle urne il 10 maggio sarà scarsa o in calo (noi ci auguriamo di no, ovviamente), possiamo dire che il web l’aveva già previsto: i numeri dicono che ai «naviganti» non frega nulla dei candidati. Resta da capire se la colpa sia dei candidati o dei naviganti.

P.S. Clamoroso al Cibali! Primon è anche su Twitter. L'errore, del quale mi scuso, è tuttavia in parte giustificato e giustificabile: cercando su Twitter Paolo Primon o Primon Paolo o Primon o Paolo lui non compare. Bisogna inserire Primon Trento (il nome utente è PrimonTn).

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