Il Pos obbligatorio da luglio 2020 spaventa le imprese

di Giorgio Lacchin

In Trentino c’è un Pos ogni 13 abitanti, in Alto Adige ce n’è uno ogni 16 e la media italiana è di uno ogni 19.

Lo usiamo quasi tutti i giorni, anche più volte al giorno. Il Pos è il dispositivo elettronico che permette di effettuare pagamenti con il bancomat, le carte di credito o le prepagate (Pos è l’acronimo delle parole inglesi point of sale, letteralmente punto di vendita).

Dal 1° luglio 2020 lo useremo ancora di più: quel giorno scatteranno le multe per i commercianti e i professionisti che non accettano carte e bancomat, anche per le piccole somme. La multa sarà di 30 euro più il 4% del valore della transazione. A controllare le violazioni saranno gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria. L’obiettivo principale è combattere l’evasione fiscale con la tracciabilità dei pagamenti.

La cosa buffa è che questa norma non entusiasma nessuno: né i commercianti né i consumatori, quanto meno a sentire i loro rappresentanti. I piccoli commercianti si lamentano delle commissioni da pagare alle banche; i consumatori temono che quelle commissioni, o almeno una parte, finiscano sul loro groppone in un modo o nell’altro.
Intanto, però, più dell’80% dei trentini usa il bancomat o la carta di credito e di conseguenza i Pos si stanno moltiplicando: cinque anni fa nella nostra provincia erano 20.872 mentre oggi sono il doppio, 41.013. E in Trentino siamo 541mila residenti (in Alto Adige ci sono 33mila Pos per 531mila abitanti e in tutt’Italia ce ne sono 3 milioni 170mila per 60 milioni di abitanti).

Il costo della commissione «varia non solo da banca a banca ma anche da esercente a esercente», spiega Aldi Cekrezi, direttore di Confesercenti del Trentino. «Per le microimprese - quelle cioè fino a 5 dipendenti - si arriva al 9-10% di incidenza sul fatturato annuale. Per un’azienda che fattura 250mila euro all’anno i costi delle commissioni si aggirano dunque tra i 20mila e i 30mila euro. Invece per le piccole e medie imprese - da 5 a 50 dipendenti - i costi sono quasi azzerati». Più cresce il fatturato, più la commissione cala. La regola è questa.

«Con il presidente del Consiglio si sta cercando di capire se attraverso alcuni accordi sia possibile arrivare a costi di commissione minimi», ricorda Renato Villotti, presidente di Confesercenti del Trentino. «Per questo è stata posticipata di 6 mesi l’introduzione della norma che prevede le multe ai commercianti e professionisti che non accettano carte e bancomat. Sennò sarebbe scattata il 1° gennaio».
«Arriveremo a una soluzione», dice Giorgio Bagozzi, direttore della Cassa Rurale di Trento, con un tono rassicurante. «Il mercato troverà la strada per supportare questa novità». Il costo delle commissioni «non potrà che essere commisurato alla natura della transazione. Le banche dovranno diminuire i costi, certamente, ma già oggi le commissioni differiscono da merce a merce».

Il percorso, comunque, è segnato, sostiene Bagozzi. «In Svezia hanno proposto addirittura di abolire il contante». Completamente? «Completamente. Ci vorrà del tempo ma ci arriveranno». Loro sì e noi no? «In Italia non credo, ma mai dire mai. E a proposito di contante vorrei concludere con una riflessione». La seguiamo. «Credete che il contante sia gratis? Eh no, il costo della gestione del contante è molto elevato per il sistema finanziario. Pensate alla sicurezza».

Immaginiamo. «A noi della Cassa Rurale di Trento la gestione del contante costa poco meno di mezzo milione di euro all’anno. Questi costi li ha la banca, poi però si riversano... ovviamente...». Non dica altro! È tutto chiaro.

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