Montagna / Clima

Un nuovo crollo di roccia, questa volta sulle Dolomiti di Brenta

Nessun ferito, il distacco in zona Cima Tosa, la causa probabile è lo scioglimento del permafrost causato dalle temperature temperature elevate, viene meno il collante profondo nella roccia. Svolti sopralluoghi aerei sia per verificare l'assenza di persone sia per valutare le condizioni della montagna

BELLUNO Crollo sul Teston del monte Schiara, massi su due vie ferrate
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AL DI FASSA Caduti a Cima d'Uomo tra i 100 e i 200 metri cubi di roccia

 

TRENTO. Un crollo di roccia si è verificato tra le 9 e le 10 di sabato mattina, 2 settembre, dalle Punte di Campiglio, in zona cima Tosa, nel Gruppo delle Dolomiti di Brenta occidentale. Il fenomeno, spiega la Provincia in una nota, non ha coinvolto persone, come appurato anche dai sopralluoghi effettuati in elicottero, e avrebbe come causa probabile lo scioglimento del permafrost in alta quota. la Provincia di Trento in una nota.

Le verifiche sull'area sono state condotte dalla Protezione civile trentina, dopo la segnalazione arrivata questa mattina da un vigile del fuoco volontario che era in montagna per un'escursione. Sul posto si è prima recato l'elicottero sanitario dei vigili del fuoco di Trento, per verificare che non ci fossero escursionisti feriti, mentre successivamente si è svolto un altro sopralluogo aereo con a bordo il geologo della Provincia.

Secondo gli accertamenti, il volume di roccia si è staccato da una parete verticale che si sviluppa all'incirca tra quota 2.830 e 2.850 metri. Il prisma crollato aveva verosimilmente un'altezza intorno ai 15 metri, una larghezza e uno spessore di 5 metri, per un volume totale di roccia di 300-400 metri cubi. Una buona parte del materiale si è probabilmente fermato subito sotto al punto di distacco, mentre la parte restate è caduta arrestandosi nell'accumulo a grossi blocchi alla base della parete.

Giovedì una frana di sassi si era invece staccata nel primo pomeriggio dal Sassolungo, in val Gardena.

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