Montagna / Il tema

L'ipotesi stop al soccorso alpino di notte, ecologisti contro De Col: "Idea assurda, deve dimettersi"

Il coordinamento delle associazioni critica il dirigente provinciale, capo della Protezione civile, sulla eventuale sospensione degli interventi in aree frequentate da orsi e lupi: "In contesti di ricerca con grande impegno di uomini e mezzi, la fauna selvatica di qualsiasi specie si tiene molto distante da movimenti che percepisce come un pericolo"

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TRENTO. Incredulità e disappunto netto dal mondo ecologista per la proposta del numero uno della protezione civile trentina, Raffaele De Col di non portare soccorso a persone in difficoltà, di notte, nelle zone di montagna in cui è nota la presenza di orsi e lupi.

"Siamo alla follia: si tratta dell'ennesima azione di propaganda politica, stavolta pure a discapito della salute e sicurezza di persone che potrebbero avere bisogno di aiuto", scdrivono in una nota diffusa oggi, 5 giugno, da Enpa, Lac per il Trentino Alto Adige/Südtirol, Lav, Legambiente, Lipu, Pan-Eppaa e Wwf trentine.

"Non possiamo fare a meno - scrivono le associazioni - di rispondere all'ennesima decisione improvvida dei vertici della Provincia di Trento, in merito a un nuovo e immotivato allarmismo provocato dalle dichiarazioni in particolare del titolare della gestione faunistica De Col, di cui ormai il coordinamento delle associazioni animaliste e ambientaliste trentine chiede ufficialmente le dimissioni, per manifesta incompetenza sul tema".

Le associazioni sottolineano l'importanza e l'inderogabilità del soccorso alpino, anche nelle ore notturne: "In contesti di ricerca con grande impegno di uomini e mezzi - scrivono - la fauna selvatica di qualsiasi specie si tiene molto distante da movimenti che percepisce come un pericolo: viceversa, donne e uomini del soccorso alpino quotidianamente mettono anche eroicamente a repentaglio le proprie vite per salvarne altre, in condizioni infinitamente più rischiose di quelle rappresentate dalla fugace presenza di orsi e lupi crea, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ricordiamo che 62 persone sono morte lo scorso anno tra le montagne del solo Trentino: quante sarebbero state le vittime per rischi legati a frane, valanghe, inesperienza, senza la disponibilità totale e completa dei soccorsi?".

Il coordinamento punta quindi il dito all'indirizzo dell'alto dirigente provinciale, criticandone le idee e la competenza, in materia di fauna selvatica, e chiedendone le dimissioni: "Il desiderio di limitare gli interventi notturni a causa della presenza dei grandi carnivori è una assurdità come poche, prima di tutto per la sua inapplicabilità pratica: quando inizia e finisce la notte? Se è nuvoloso e fa buio prima, in estate e in inverno? Che succede poi a chi fa i censimenti notturni della fauna selvatica? E a chi pratica la caccia al cinghiale in ore notturne? Per non parlare delle escursioni organizzate in notturna: anche queste attività verranno fermate? Bloccare tutto questo rappresenterebbe una utile soluzione solo a chi non aspetta altro che usare questi pretesti per fare propaganda sulle libertà delle persone e sulla pelle della fauna selvatica, per distrarre dalle proprie oggettive colpe: la mancata formazione e informazione della popolazione è un fatto che dovrebbe essere affrontato di petto approvando un piano di comunicazione serio, e non perdendo tempo con futili proclami.

Dopo questa ultima pericolosa idea di De Col e dopo la fallimentare gestione della fauna selvatica portata avanti con errori grossolani, anche se la colpa pare sempre essere degli altri, riteniamo quindi che le dimissioni siano un atto dovuto", concludono Enpa, Lac per il Trentino Alto Adige/Südtirol, Lav, Legambiente, Lipu, Pan-Eppaa e Wwf trentine.

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