Montagna / L'allarme

Ghiacciaio del Mandron, persi due metri di manto in un solo anno

Il report della commissione glaciologica della Sat: anche gli ultimi rilevamenti del 20 agosto confermano una situazione drammatica. Il presidente Cristian Ferrari: «Siamo saliti lassù e abbiamo potuto toccare con mano gli effetti di questa estate terribile. Le precipitazioni sono state molto scarse e, soprattutto, le temperature sono state per giorni e giorni elevatissime»

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di Leonardo Pontalti

TRENTO. Tredici centimetri di ghiaccio persi in quattro giorni. E due metri in meno di un anno.Sono numeri devastanti, quelli che fotografano il ghiacciaio del Mandron, nel gruppo dell'Adamello.I dati sono quelli raccolti nei giorni scorsi dalla commissione glaciologica della Sat assieme alla Protezione civile del Trentino e al Servizio glaciologico lombardo.

«Siamo saliti sabato scorso, il 20 agosto - ha spiegato il presidente della commissione glaciologica della Sat Cristian Ferrari - ed abbiamo potuto toccare con mano gli effetti di questa estate terribile per i ghiacciai. Le precipitazioni sono state molto scarse e, soprattutto, le temperature sono state per giorni e giorni elevatissime rispetto alle medie stagionali a quelle quote».

Una situazione che si è presentata, per di più, dopo un inverno asciutto e avaro di precipitazioni nevose in quota.

«Insomma - ha spiegato ancora Ferrari - non solo in pochi mesi la superficie dei ghiacciai si è consumata a ritmi impressionanti. Ma il calore, le temperature, l'estate ha "bruciato" un patrimonio di risorse che non era stato rinnovato e accresciuto dal precedente inverno».La somma di questi due fattori è stata impressionante, come ormai è noto a tutti. Tanto da lasciare sgomenti anche gli esperti stessi: «In tanti anni di attività in ghiacciaio non avevamo mai visto una cosa del genere.

«Che i ghiacciai ovunque siano in sofferenza è ormai purtroppo un dato di fatto, ma abbiamo assistito - tra le rilevazioni del settembre scorso e quelle di questi ultimi giorni - a un consumo che abitualmente vedevamo in anni, non certo in pochi mesi. Parlando unicamente dell'Adamello, il ritmo con cui il ghiaccio si è sciolto quest'anno finora è doppio rispetto al solito. E l'estate non è finita: da qui all'autunno si arriverà, temiamo, a valori tripli».La commissione glaciologica della Sat monitora abitualmente dieci ghiacciai in Trentino, dal Mandron alla Marmolada, dal Careser al ghiacciaio d'Agola.

Proprio quest'ultimo è stato oggetto dell'ultimo sopralluogo, mercoledì scorso: «Non è tra i ghiacciai principali dell'arco alpino ma è comunque il ghiacciaio più esteso del gruppo delle Dolomiti di Brenta. Purtroppo anche in questo caso l'estate 2022 lo ha intaccato in modo abbastanza incisivo», ha spiegato la commissione glaciologica sulla propria pagina Facebook: «La situazione di sofferenza di questo ghiacciaio è particolarmente preoccupante dato che, inserito com'è in un particolare circo glaciale tra le cime d'Ambiez e la cima d'Agola. la sua particolare esposizione a nord ovest in tanti anni ne ha permesso una sopravvivenza maggiore rispetto ad altri ghiacciai nelle Dolomiti di Brenta».Insomma, se anche i ghiacci e le nevi che per anni e anni hanno sempre coperto quella zona delle rocce del Brenta iniziano a soffrire, l'avvenire non promette nulla di buono.

«Speriamo che la situazione che ha caratterizzato questa estate non si ripeta negli anni a venire. In caso contrario i" colpi" che verrebbero inferti ai ghiacciai sarebbero letali».

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