Storia / Dibattito

Che ne facciamo del Menador? Fra conservazione del bene storico ed esigenze della viabilità, i Comuni hanno idee diverse

Folgaria, Lavarone, Levico e Caldonazzo chiedono più attenzione, e che non venga snaturato il fascino. Il vicesindaco di Luserna ha una soluzione: «Lasciare intatto il pezzo delle gallerie, e per le auto un nuovo tunnel di 220 metri, invisibile»

CICLISMO La salita del Menador, una sfida velenosa

VALSUGANA. La Strada provinciale 133 del Menador in questo periodo, dopo il passaggio del Giro d'Italia, diventa oggetto di dibattito e confronto tra le varie municipalità coinvolte, anche per il pesante intervento di allargamento della sede stradale, che rischia di snaturare il fascino originale. Molto apprezzato, ad esempio, da migliaia di ciclisti ogni anno.

C'è chi scende in campo per difendere la storicità e l'unicità dell'arteria, chi la propone come bene dell'Unesco e chi guarda al mondo dei pendolari che la utilizzano come via di collegamento.

L'importanza della via di comunicazione non si discute. Mette in relazione gli Altipiani Cimbri con il fondovalle di Levico, Caldonazzo, Calceranica, Pergine. Una via veloce (lunga otto chilometri) costruita dagli austroungarici nel 1911.

Tra le maestranze vi erano molti operai del luogo e vi lavoravano anche donne.

Ecco il mitico Menador, fra le scalate più attese del Giro d'Italia

Il Giro d'Italia 2022 arriva in Trentino mercoledì 25 maggio, con la diciassettesima tappa Ponte di Legno (Brescia)-Lavarone: dopo l'ascesa al passo del Tonale, i passaggi in val di Sole, val di Non, piana Rotaliana, val di Cembra e Valsugana, con le asperità di Palù di Giovo, poi del Compet a Vetriolo e infine di Monterovere sulla velenosa strada del Menador: quest'ultima, poco più di 8 chilometri, ma con una pendenza media superiore al 9% e tratti al 12-15%, per un dislivello di quasi 800 metri (quello totale è di 3.730) e scollinamento vicino al traguardo [foto di Zenone Sovilla]

I sindaci di Folgaria e Lavarone, Rech e Corradi, mettono sul piatto della discussione alcuni punti. «Il Menador non può perdere la sua storicità, la sua caratteristica. É una strada da mettere in sicurezza, da allargare in alcuni punti, ma che non deve alienare il suo fascino», dicono.

Sulla stessa linea sembrano schierarsi i Comuni di Caldonazzo e Levico. I lavori di riassetto dell'arteria sono già iniziati (la strada rimarrà comunque aperta fino a fine agosto), la Provincia ha stanziato 9 milioni di euro per sistemare la Sp133.

Sul tema interviene il vicesindaco di Luserna Luigi Nicolussi Castellan, che è stato sindaco di Luserna per 25 anni. «Le vie di comunicazione sono importanti, permettono alla montagna di sopravvivere e per Luserna il Menador è di assoluta priorità, la via più breve per raggiungere Trento, il fondovalle, l'Alta Valsugana. Chiedo cortesemente di comprendere che anche gli abitanti della montagna hanno l'esigenza, e direi il diritto, di poter usufruire di un sicuro e veloce collegamento con il fondovalle e le città. Una soluzione equilibrata è possibile ed io suggerirei di mantenere inalterato il tratto storico caratteristico tra le due gallerie, assicurandone la manutenzione ad uso pedonale e ciclabile, e realizzando all'interno una galleria praticamente invisibile, già progettata e finanziata, che dia sicurezza nel tratto più stretto e pericoloso, anche soggetto a caduta sassi e slavine d'inverno. Confido sulla vostra sensibilità e solidarietà e che possiate condividere la mia proposta e confermare le richieste di adeguamento e di messa in sicurezza della Strada Provinciale 133 di Monterovere-Menador.

L'adeguamento degli standard di sicurezza delle strade provinciali è una cosa che va fatta affinché si possa circolare senza pericoli e consentire il pendolarismo giornaliero degli abitanti della montagna. La salvaguardia delle caratteristiche storiche della strada è altrettanto importante. Le esigenze sono conciliabili, si lasci inalterato il tratto storico, senza allargamenti, realizzando una galleria interna di 220 metri, invisibile, che rende più sicura la circolazione degli automezzi. Una soluzione che era già stata prevista da decenni», conclude Nicolussi.

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