Decreti sulla caccia alla marmotta Durnwalder condannato a pagare

La Corte dei conti ha condannato l’ex presidente della Provincia di Bolzano, Luis Durnwalder, e Heinrich Erhard, ex direttore dell’ufficio caccia e pesca, al pagamento, ciascuno, di 6.192 euro in relazione alla vicenda di alcuni decreti reiterati per anni e poi annullati dal Tar, con i quali si consentiva la caccia a stambecchi e marmotte.

La Procura contabile aveva aperto un fascicolo sulla base della segnalazione di alcune associazioni animaliste, con riferimento al periodo compreso tra luglio 2010 e giugno 2014: il danno contestato riguarda il presunto impoverimento della fauna che è patrimonio indisponibile dello Stato. La Procura aveva quantificato il danno in una cifra compresa tra 260 mila e 1 milione e 600 mila euro.

Gli avvocati dell’ex governatore altoatesino e dell’ex dirigente provinciale sottolineano, però, che i due «sono stati assolti dalla Corte dei conti dall’accusa della ripetuta ed illegittima autorizzazione all’abbattimento di selvaggina protetta. Devono invece pagare solo una parte delle spese processuali, ritenute evitabili».

Lo precisano i legali Gerhard Brandstaetter e Leonardo Di Brina.

«Il collegio della Corte dei conti - informa una nota - ha assolto entrambi gli imputati da tale addebito. Il fatto che diversi decreti siano stati annullati dal Tribunale regione di giustizia amministrativa non fonderebbe ancora alcun danno; inoltre la Procura avrebbe essa stessa ammesso che in Alto Adige la gestione della cura e della caccia della fauna può essere complessivamente considerata come esemplare».

«Ciononostante, la motivazione parzialmente insufficiente di alcuni decreti ha portato all’annullamento degli stessi da parte del Tribunale regionale di giustizia amministrativa. In ragione di ciò, la Provincia ha dovuto farsi carico di spese processuali evitabili.
Una parte di queste, dovranno essere risarcite da Luis Durnwalder e Heinrich Erhard in ragione di 6.192,23 euro ciascuno, così ha statuito la Corte dei Conti», conclude la nota dei due legali.


 

Nel settembre 2015 il Tar di Bolzano aveva sospeso la delibera della Provincia sull’abbattimento di quasi mille marmotte, accogliendo un ricorso Lav.

«Gli animali - commentava la Lav - erano stati accusati addirittura di "mettere a rischio la stabilità dei rifugi e delle stalle, dei supporti di linee a cavo e delle opere per la stabilizzazione dei pendii". Danni denunciati dalla Provincia senza alcun concreto supporto documentale e soprattutto senza aver verificato alcuna misura alternativa che favorisse l’allontanamento degli animali, arrivando persino ad affermare che la traslocazione delle marmotte ingenera elevato stress negli animali, per cui è meglio ammazzarli».

«Ora il pronunciamento del Tar mette definitivamente fine all’insensato massacro delle marmotte voluto dall’assessore Arnold Schuler», affermava Massimo Vitturi, responsabile Lav Animali selvatici. «Resta però il fatto che per alcuni giorni i cacciatori hanno potuto sparare alle inermi marmotte».

«Siamo molto felici per il pronunciamento del Tar grazie al quale le marmotte non corrono più alcun pericolo di essere uccise dai fucili dei cacciatori. Grazie al certosino lavoro dell’avvocato De Pascalis siamo riusciti a fermare un’azione insensata che avrebbe causato inutili sofferenze», concludeva Vitturi.

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