Donne protagoniste della montagna È il tema del 122° congresso Sat

di Domenico Sartori

Donne alpiniste. Donne guide alpine. Donne malgare o albergatrici. In ogni caso, sempre più protagoniste della montagna. Lo dicono i numeri della Sat, il sodalizio che conta 27 mila soci suddivisi in 85 sezioni (per poco, perché la 86ª, quella di Vallarsa, è dietro l'angolo). Dopo il 2000, c'è stata un'impennata di adesioni alla Sat: all'epoca erano 20 mila.

Da allora, a crescere, è stato soprattutto il numero delle donne, che oggi rappresentano il 40% dei satini, acquisendo ruoli sempre più di governo. Molte sono presidente di sezione, altre al vertice di commissioni tecniche del sodalizio alpinistico.

Ed allora non è affatto casuale che il tema del 122° congresso Sat, che si terrà domenica 16 ottobre al Palavis, sia «Montagna al femminile».

Né che a organizzarlo siano tre sezioni, di Lavis, Pressano e Zambana, due delle quali guidate da una donna. Com'è cambiato il ruolo delle donne nella valorizzazione di un ambiente sempre più decisivo per il nostro futuro, come la montagna? È una delle questioni su cui il congresso si interrogherà, attraverso un percorso ricco di eventi - il primo, venerdì 16 settembre - che per un mese animerà i teatri delle tre località. Dibattiti. Spettacoli. E pure escursioni nei dintorni di Lavis.

«L'obiettivo principale sarà capire» dice il presidente della Sat, Claudio Bassetti «il ruolo della donna in montagna, intesa questa come luogo fisico e sociale, per individuare quali possano essere i suoi ruoli in futuro di fronte ai profondi cambiamenti sociali e ambientali in atto. E capire la differenza di sguardi delle donne che si prendono responsabilità. Sat e Consiglio centrale» aggiunge Bassetti dicono grazie alle tre sezioni per l'organizzazione, complessa e sfidante, del congresso».

Adriana Moser, presidente della sezione di Zambana, spiega: «Vogliamo capire il ruolo della donna, come s'è evoluto dal secolo scorso ad oggi. Un viaggio nella storia con l'aiuto di esperti, antropologi e storici». Per esemplificare, Moser ricorda la serata dedicata a tre protagoniste del Novecento: Maria Piaz in val di Fassa, Nella Detassis, che aiutò Bruno nella gestione del Brentei, e la «Mariona» che in val Daone faceva la portatrice durante la prima guerra mondiale. Clara Rossatti , presidente della sezione di Lavis, racconta com'è nata l'idea, tra le sezioni, di mettersi in gioco, dopo il congresso di Spiazzo. E per la scelta del tema, condiviso, Rossatti spiega sorridendo: «Come donne eravamo in maggioranza. Io credo» commenta «che sarà un congresso che lascerà il segno. È il nostro obiettivo, la nostra aspettativa».

Stefano Fava, presidente della sezione di Pressano, aggiunge: «Ci siamo messi insieme perché alle spalle c'è una lunga storia di collaborazione, dalle gite a momenti di confronto su diverse problematiche. Da qui l'idea di fare qualcosa di valenza provinciale, collaborando nell'organizzazione del congresso». Le tre sezioni contano su un bacino di 800 soci. Clara Rossatti mette evidenzia un altro aspetto: «Non abbiamo cercato nomi eclatanti, che costano un sacco di soldi. Non solo perché siamo in tempi di risorse scarse, ma anche perché nel nostro territorio di sono persone di valore, donne la cui storia ed esperienza merita di essere messa in luce».

Alla fine, Adriana Moser dona al presidente Bassetti la maglietta del congresso, ricordando un altro pregio dell'iniziativa: «Nelle cinque serate di avvicinamento al congresso, abbiamo coinvolto il territorio, a cominciare dalla Banda di Zambana e dal Coro sociale di Pressano».

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