Ispra: in Trentino pesticidi nel 54% delle acque di fiumi e laghi

In Trentino nel 54% dei fiumi e dei laghi

Cresce la percentuale di pesticidi nelle acque: +20% in quelle superficiali, +10% in quelle sotterranee. Lo afferma l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) nell'edizione 2016 del Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque (contenente dati relativi al biennio 2013-2014)  spiegando che le acque superficiali (fiumi, laghi, torrenti) "ospitano" pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio (nel 2012 era 56,9%); quelle sotterranee nel 31,7% dei 2.463 punti (31% nel 2012). La contaminazione è più ampia nella pianura padano-veneta.

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L'analisi dei dati di monitoraggio non evidenzia una diminuzione della contaminazione, spiega l'Ispra precisando che l'aumento di punti contaminati "si spiega in parte col fatto che in vaste aree del centro-sud, solo con ritardo, emerge una contaminazione prima non rilevata". Durante i controlli sono state trovate 224 sostanze diverse, "un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti (erano 175 nel 2012)", dice l'Ispra, che indica "una maggiore efficacia delle indagini condotte".

Secondo l'Ispra, 274 punti di monitoraggio delle acque di superficie hanno "concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali" e fra le sostanze off-limit c'è il glifosato, l'erbicida più diffuso al mondo su cui si è in attesa di capire se sia cancerogeno o meno visto che c'è divergenza di opinioni e di cui l'autorizzazione al commercio in Europa scade a fine giugno. Ci sono poi i neonicotinoidi, ritenuti fra i principali responsabili della moria di api.

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Gli erbicidi sono ancora le sostanze più rinvenute, mentre è aumentata notevolmente la presenza di fungicidi e insetticidi. Nelle acque superficiali, 274 punti di monitoraggio (21,3% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali mentre in quelle sotterranee 170 punti (6,9% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientale.

L'Ispra indica che la contaminazione è più ampia nella pianura padano-veneta dove le indagini sono generalmente più efficaci. Nelle cinque regioni dell'area, infatti, si concentra poco meno del 60% dei punti di monitoraggio dell'intera rete nazionale. In alcune regioni la contaminazione è molto più diffusa del dato nazionale, arrivando a oltre il 70% dei punti delle acque superficiali in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, con punte del 90% in Toscana e del 95% in Umbria. (Tabelle regionali)

Nelle acque sotterranee la diffusione della contaminazione è particolarmente elevata in Lombardia 50% dei punti, in Friuli 68,6%, in Sicilia 76%. Più che in passato, avverte l'Ispra, sono state trovate miscele di sostanze nelle acque, fino a 48 in un singolo campione, quindi con una tossicità più alta rispetto a quella dei singoli componenti.

PROVINCIA DI TRENTO

Nel 2014 i dati a disposizione riguardano 70  punti di monitoraggio delle acque superficiali e 13 di quelle sotterranee. Sono stati prelevati 764 campioni, per un totale di 64.283 misure analitiche, quasi il doppio rispetto al 2012. 

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La  selezione delle sostanze è fatta tenendo conto delle richieste della normativa e di criteri di priorità basati sulla potenzialità di contaminare le acque (indice di priorità del Gruppo di Lavoro APAT -ARPA- APPA “Fitofarmaci”). Sono state  cercate in totale 102 sostanze, un numero superiore alla media nazionale. 

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Nell’elenco, tuttavia, non sono comprese le sostanze di più recente immissione sul mercato, molte delle quali sono  classificate pericolose, e andrebbero inserite nei protocolli di monitoraggio. Nelle acque superficiali ci sono residui nel 54,3% dei punti e nel 15,0% dei campioni investigati. Sono  state  rinvenute 33 sostanze:  le più  frequenti  sono  boscalid, dimetomorf, fluopicolide e clorpirifos, sostanze che anche a livello nazionale sono tra le più frequentemente ritrovate.  Nelle acque sotterranee non ci sono evidenze di contaminazione. Risultano contaminati 13 punti sopra gli SQA (18,6 % del totale). 

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