Ecco il lupo fotografato nel Parco Dolomiti bellunesi

La conferma della comparsa del lupo nel Bellunese è uno dei «regali» sotto l'albero di Natale o più propriamente già per San Nicolò. E siamo vicini al confine orientale del Trentino

La conferma della comparsa del lupo nel Bellunese è uno dei «regali» sotto l'albero di Natale o più propriamente già per San Nicolò (visto che nella vicina provincia dolomitica - come in altri luoghi dell'arco alpino - i doni li porta anche il santo celebrato il 6 dicembre): un paio di settimane fa, infatti, due assistenti del corpo forestale dello Stato in servizio all'interno del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi hanno immortalato con una fototrappola un bell'esemplare di lupo: si tratta della prima immagine a conferma delkla presenza di questa specie fuori dall'area della Lessionia (confine tra Verona e Trento).

A seguire da tempo le tracce del lupo nel Bellunese e infine a riuscire nell'impresa di immortalarlo sono stati due esperti faunisti, gli agenti Enrico Canal e Fabrizio Friz del Coordinamento territoriale per l’ambiente (Cta) di Feltre che coadiuva i forestali nell'attività di sorveglianza nell'area protetta. 

«Un grande regalo di Natale per tutti coloro che amano questo territorio e la sua straordinaria natura», commenta in una nota il Parco, sottolineando che «dopo lo sterminio di questi animali perpetrato nel secolo scorso, queste sarebbero le prime immagini di un lupo ripreso nel Bellunese e le prime che in Regione Veneto testimoniano la presenza della specie lontano dall'area occupata dal branco della Lessinia».

Una precedente segnalazione del 2012 era riferita al lupo Slavc, proveniente dalla Slovenia, e riguardava «l'accertamento del suo fugace passaggio nel Parco e nel territorio del Bellunese grazie ai segnali del radiocollare», precisa nella sua nota il Parco, una vasta area protetta che si estente da ovest a est, dal confine con il Trentino, nella zona delle vette Feltrine, fino alle vicinanze del confine col Friuli, lungo una fascia di una cinquantina di chilometri.

«Questa preziosa presenza - scrive ancora il Parco bellunese - si inserisce nel fenomeno in atto di naturale espansione del lupo dalle Alpi occidentali e dai Balcani, che ha portato negli ultimissimi anni a registrare la presenza di singoli esemplari in dispersione anche nel vicino Trentino Alto Adige, in Lombardia, in Svizzera ed in Austria.

Si tratta ora, tramite le opportune analisi genetiche del materiale biologico già raccolto dai forestali e inviato ai competenti laboratori, di confermare con certezza la specie e di definire il sesso e la provenienza di questo esemplare per sapere se appartenga alla popolazione italiana, che si sta espandendo da ovest, od a quella slovena.

Va subito detto che all'attualità questo ospite "speciale", estremamente schivo ed elusivo e di abitudini notturne, non rappresenta nessun pericolo per l'uomo. Infatti, come testimoniano i dati relativi al restante territorio italiano, a fronte di diverse centinaia di animali presenti sia negli Appennini che nelle Alpi occidentali, non è mai stato documentato nell'ultimo secolo alcun caso di aggressione nei confronti dell'uomo.

Marina Berto, comandante del Cta di Feltre, in proposito ha "sottolineato che osservare un lupo in natura è un evento assolutamente eccezionale e fortuito ed il suo avvistamento, come nel caso in questione, è frutto di un lavoro complesso e delicato che quotidianamente i forestali deic omandi stazione del Parco svolgono, monitorando le specie di particolare interesse faunistico. Non è escluso peraltro che, per la dinamica della specie, l'esemplare ritratto e campionato sia solo di "passaggio" e stia già  continuando la sua dispersione verso altri siti anche molto lontani".

La specie è particolarmente protetta dalle normative nazionali e comunitarie e ha un ruolo fondamentale al vertice della piramide alimentare nell'ecosistema alpino».

Per parte sua, il  direttore del Parco, Antonio Andrich, commenta: «Questa testimonianza diretta del passaggio di un lupo nel territorio Bellunese deve essere colta nel suo valore più alto di interesse scientifico e culturale quale importante sintomo dell'ottimo stato di conservazione dell'ambiente e arricchimento del patrimonio di biodiversitè della montagna veneta ed in particolare dell'area protetta».

E di lupo si occupa Giancarlo Ferron nel suo volume più recente di una lunga serie dedicata ala vita della fauna nella zona dolomitica e dintorni da questo scrittore e guardia forestale sull'altopiano di Asiago.
Il volume, edito nel 2015 da Biblioteca dell'Immagine si intitola «Lo sguardo del lupo» (223 pagine, 14 euro).

«L'uomo è l'essere più arrogante e distruttore che sia mai esistito sulla terra - si legge fra l'altro nel risvolto di copertina - eppure si autodefinisce razionale, spirituale, etico e morale. L'uomo vive dei suoi simboli, credenze, religioni e conoscenze scientifiche che lo allontanano sempre di più dalla concretezza e dalla verità della vita.

Si ritiene al di sopra degli istinti, producendo comportamenti distruttivi verso la Natura, che è la prima Madre.
Stiamo vivendo un tempo in cui da una parte c'è la pianura, con le zone industriali sempre più grandi, i parcheggi asfaltati e le colture intensive; dall'altra c'è la montagna che la Natura selvaggia sta riconquistando con l'avanzata del bosco e il ritorno dei lupi...».

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