Mamma orsa con tre cuccioli a spasso sopra il lago di Cei

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di Nicola Guarnieri

Dopo l’orso albino, un unicum in Natura almeno in Trentino, in Vallagarina è arrivato anche l’orso nero. Anzi, quattro esemplari di plantigradi ben più che bruni visto che si tratta di una mamma - per altro senza radiocollare e dunque non «catalogata» - e di tre cuccioli. L’avvistamento è stato documentato da Andrea Frapporti, presidente del Pant (Protezione ambiente e natura trentini) ma soprattutto documentarista d’eccezione.

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Da anni, dopo aver filmato l’orso albino sullo Stivo quasi un lustro fa, Frapporti ha provato a immortalare un altro esemplare del re del bosco. E ieri, finalmente, ci è riuscito dopo lunghi appostamenti al lago di Cei. Il quartetto peloso, ovviamente, non stava passeggiando attorno allo specchio d’acqua ma più in su, a circa 1.600 metri di quota a cima Becca, nel gruppo Stivo-Monte Bondone.

«Era da tempo che aspettavo di verde l’orso in quel punto. - commenta Frapporti - Da quando cerco di riprenderlo ci sono riuscito solo tre volte in quattordici anni: due volte l’orso albino e adesso quello nero con i cuccioli».

E non è stato facile. «Certo che no! Questa montagna è l’habitat ideale per il plantigrado perché la foresta è molto fitta e può nascondersi. Io ero distante 900 metri e a un certo punto, con il binocolo, ho visto una macchia nera uscire dal bosco verso un ghiaione scoperto largo una decina di metri. Pensavo fossero due camosci uniti invece, dopo qualche minuto, ho visto la sagoma di mamma orsa che si guardava attorno per sincerarsi che non ci fossero pericoli. Si è incamminata verso il centro della radura e quindi si è seduta: ha controllato che tutto fosse tranquillo e poi ha chiamato i suoi cuccioli che, uno alla volta, le sono passati davanti per infilarsi tra i cespugli subito dopo».

Andrea Frapporti, poco prima, era riuscito a immortalare un airone cenerino al lago di Cei ma l’orso è una sorta di trofeo. «Mi piace molto. Non voglio fare polemica ma ritengo che ci sia poca cultura sul comportamento di questo animale. Di suo non attacca mai l’uomo a meno che non si senta in pericolo. In Trentino, tra l’altro, gli orsi si trovano bene e quindi non se ne andranno mai».

Per dirla con il leader leghista Matteo Salvini, però, c’è chi sposa lo slogan: «Orsi? Casa loro!». «Ma quale casa! Questi esemplari sono nati qua, sono trentini a tutti gli effetti. L’orso è una bestia intelligentissima e qui trova anfratti dove rifugiarsi e i percorsi ideali per camminare senza essere visto. E poi quando attacca una bestia ne mangia un pezzo e il resto lo seppellisce coprendolo con erbe mediche per non attirare faine.

D’altro canto fanno così anche tra di loro. Il maschio, quando vede una mamma orsa con i cuccioli, cerca di uccidere i piccoli se non sono i suoi». Perché? «Per accoppiarsi! Gli orsi fanno l’amore ogni tre anni, anche quattro se ci sono di mezzo i figli. Il maschio, privando la femmina dei cuccioli, stimola il calore per  accoppiarsi. Sono come le aquile reali: sono i re del bosco ma a riproduzione sono piuttosto lenti».

Insomma, l’orso nero in famiglia ha scelto lo splendido scenario di Cei per scorrazzare in quest’ultima parte d’estate. E poi dove andrà? «Nella zona di Lagolo».

Nelle riprese di Frapporti - che ha presentato video in molti Filmfestival italiani, assicurandosi pure i complimenti di Roberto De Niro, ma è sempre stato scartato dalla rassegna di Trento - si vede pure una volpe che, passando a valle dell’orsa, quando si accorge del plantigrado se la fila a zampe levate. «Ma questa è la Natura, che va rispettata proprio per le emozioni che ci sa dare».

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