Questione orso: in Bondone ecco i cartelli di pericolo Discussione on line sulle regole da rispettare

Dopo l’aggressione dell’orso a Cadine, con il ferimento di Wladimir Molinari, la Provincia si sta muovendo per cercare di risolvere la situazione. In Bondone sono apparsi dei cartelli che indicano il pericolo orsi nell’area, con il consiglio di evitare il campeggio ed escursioni notturne.

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Nelle scorse settimane la Pat ha diffuso un comunicato con le regole da rispettare se ci si dovesse imbattere in un orso: la convivenza tra uomo e animale è possibile, ma è bene che tutti sappiano e rispettino alcune regole.
Una delle regole, tuttavia, è al centro di qualche discussione: se si incontra l’orso, urlare o no? Agitare le braccia o no? La Provincia di Trento e molti esperti consigliano di, citiamo, «In caso di incontro ravvicinato, non correre o muoversi con concitazione, allontanarsi lentamente». Sul sito del Parco dello Stelvio si ribadisce, in altri termini, il concetto: «Sdraiati a terra e fingiti morto: rimani sdraiato sulla pancia in posizione fetale, con le mani strette attorno alla testa. Uno zaino può proteggere la schiena. Cerca di rimanere più calmo e silenzioso possibile». Anche la Provincia di Bolzano consiglia di adottare la posizione fetale: «Se dovesse verificarsi un attacco di una persona, mettere davanti a se un oggetto, ad esempio il cestino dei funghi o lo zaino. Se questo non dovesse essere d’aiuto, sdraiarsi a terra in posizione fetale proteggendo la testa con le braccia». In poche parole: bisogna fare rumore prima, per avvisare della propria presenza, ma una volta che ci si trova faccia a faccia con l’orso niente gesti bruschi, niente urla e anzi immobilizzarsi.


Tuttavia altre fonti dicono il contrario. La Guardia Forestale Nazionale nel proprio vademecum non si sbilancia: «Se si incontra un orso lungo un sentiero, conviene alzare le braccia, fare rumore in modo da allontanare l’animale. Ma se l’incontro è ravvicinato non fare rumore e non alzare le braccia». Insomma, dipende dalla distanza, anche se non viene specificata. Il National Geographic ha invece una posizione molto differente: «Non è una buona idea fingersi morto, si potrebbe attirare la curiosità dell’animale». E, a corredo di un articolo con l’opinione di alcuni esperti del settore, mostra questo video:

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La discussione in merito è molto accesa e interessante anche sul gruppo Facebook «Convivere con l’orso sulle Alpi». Questa la posizione, nella quale si ribadisce che gridare e alzare le braccia è sbagliato:

A tutt'oggi non siamo a conoscenza dei dettagli dell'incidente accorso mercoledì a un jogger che ha avuto la sfortuna di essere attaccato da un orso mentre correva, insieme al suo cane, su una strada forestale a pochi chilometri dal paese di Cadine. Le informazioni che abbiamo sull'accaduto provengono principalmente dai media e dalla video-intervista al malcapitato, che per fortuna si sta riprendendo.
Da quanto abbiamo in mano, a differenza di quello che i media stanno pericolosamente diffondendo (e cioè - ancora una volta! - che di fronte ad un’aggressione da orso ci si salva solo lottando con tutte le forze, e grazie alla prestanza fisica), la reazione della vittima - e del cane, legato a lui - all’apparire dell’orso ("ho fatto come dicono, ho alzato le braccia e ho gridato”) potrebbe, invece, addirittura aver peggiorato la situazione. Una reazione “fight or flight” (lottare o fuggire) in circostanze simili resta comunque del tutto comprensibile e non condannabile: fa parte del nostro istinto reagire così in circostanze pericolose. E’ radicata nel nostro DNA, e nei casi estremi della vita ha da sempre aiutato la nostra, e altre specie, a sopravvivere.
Ma con l’orso non funziona, quando attacca per neutralizzare una presunta minaccia. Corpose moli di dati da tutto il mondo dicono questo.
Mantenere la calma stando fermi e senza gridare può dare risultati sorprendentemente positivi, anche di fronte a un orso apparentemente deciso a farci del male. E in caso di contatto fisico, restare a terra a pancia in giù, senza difendersi attivamente - facendo però tutto il possibile per coprirsi viso, nuca e testa con gli arti superiori! - sono atteggiamenti in qualche modo “contronatura”. Che si riescono a fare solo con un grande autocontrollo, e soprattutto con una preparazione mentale adeguata (vale a dire, provare a immaginare una scena simile, allenare la mente a simili eventi e a come comportarsi di conseguenza); ma hanno aiutato tanta gente, anche in zone del mondo dove gli orsi sono decisamente più aggressivi dei nostri. Difficile da fare, di sicuro: ma grazie a questo ci si può salvare la pelle, o da ferite peggiori, o – come più spesso accade – addirittura uscire indenni e senza nemmeno un graffio dalla contesa. Detto questo, ribadiamo con forza il nostro sostegno e rispetto a una persona che porterà con sé ferite ben più gravi di quelle esterne: certe esperienze te le porti dentro per tutta la vita. Wladimir, non sappiamo se leggerai mai queste righe: ma ti siamo vicini e ti facciamo, di cuore, tanti auguri di pronta guarigione.

Rimane una considerazione da fare: in Trentino c’è ancora molto da fare nel campo dell’informazione su questi aspetti della convivenza con l’orso. Gli orsi sono cresciuti di numero in fretta ma, a nostro avviso, negli anni non c’è stato un adeguato impegno istituzionale nella preparazione dei residenti alla prevenzione e gestione degli incontri ravvicinati.

Infine: in seguito al grave ferimento, il governatore della Provincia ha firmato l'ordinanza per la rimozione dell'esemplare, una volta conosciuta la sua identità.
Siamo fermamente convinti che la convivenza con l'orso bruno passi anche attraverso queste decisioni; che sicuramente solleveranno ulteriori polemiche, ma sono in linea con i protocolli in vigore e con ogni norma di buon senso.
A maggior ragione in una zona antropizzata come quella alpina, per gli orsi più aggressivi non ci può essere futuro: pena l’incolumità di orsi che passano la vita senza disturbare nessuno, e soprattutto l’incolumità delle persone.
E, per quanto “antropocentrico” possa suonare a qualcuno, la vita e l’incolumità di una persona, per noi, è giusto che valga più della vita di un orso.

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