Il sospetto dell'avvelenamento dietro la morte dell'orso M6

"Se questo fosse confermato - ha detto l'assessore provinciale competente, Michele Dallapiccola - sarebbe un'azione gravissima, per la quale esprimiamo la ferma condanna della Provincia che ha già disposto l'intensificazione di controlli mirati sul territorio provinciale"

È stata effettuata ieri pomeriggio, presso l’istituto zooprofilattico delle Venezie di via Lavisotto a Trento, l’autopsia sulla carcassa di M6, l’orso di otto anni ritrovato morto alcuni giorni fa nella zona del Brenta, in val di Non.
Dall’esame esterno non sono stati trovati segni di ferimento o fori d’entrata di eventuali proiettili, ma la reale causa della morte si saprà solo quando saranno disponibili anche gli esami tossicologici per i quali ci vorrà però ancora qualche giorno. Il sospetto che si è fatto strada negli ultimi giorni è infatti che M6 possa essere stato avvelenato.

Analizzando l’area dove è stato trovato morto l’animale, infatti, sono stati trovati alcuni bocconi avvelenati. Questi sono stati prelevati e analizzati. Al momento il ritrovamento dei bocconi e la morte dell’orso sono due episodi non collegati tra loro ma è evidente tra gli addetti ai lavori il sospetto c’è, anche considerando il fatto che M6 non era un orso particolarmente amato. Come è nella natura dell’animale, era un abile predatore e a suo carico aveva qualche danneggiamento e l’uccisione di pecore, asini e mucche.

L’orso M6 era l’unico tra gli esemplari radiocollarati rimasti sul territorio provinciale. Era stato catturato nel settembre 2013 e da allora ogni movimento era seguito e registrato. Proprio la mancanza di movimenti rilevati dal radiocollare era stato il segnale d’allarme che aveva fatto scattare le ricerche e il ritrovamento dell’orso senza vita. Ad onor del vero inizialmente gli addetti non si erano preoccupati più di tanto pensando che l’animale fosse uscito dalla zona di copertura del Gps. Dopo qualche giorno era stato utilizzato il trasmettitore Vhs.

Visti gli echi nazionali avuti dopo la morte di Daniza, la pressione mediatica sull’argomento, il precedente atto di bracconaggio registrato in val di Rabbi, i forestali hanno immediatamente provveduto ad informare del ritrovamento anche la procura della Repubblica a cui sono state consegnate le fotografie e tutte le informazioni disponibili relative al ritrovamento dell’animale.  Secondo l’ultimo rapporto orso - presentato alcune settimane fa al Muse di Trento - sarebbero una quarantina gli orsi presenti attualmente sul territorio provinciale. La stima però è in leggero calo rispetto al 2012 quando gli esemplari accertati con certezza sul territorio erano 49. M6, come detto, era l’ultimo esemplare radiocollarato presente in Trentino.

Nel mese di febbraio era stata registrata la prima segnalazione di orso del 2015, proveniente da impronte rinvenute in Val di Sole su terreno innevato. L’orso era proprio M6 che aveva intrapreso i primi spostamenti dalla tana, situata in destra orografica della val di Non.

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