Mancano soldi e solidarietà

Caro direttore, il problema è solo economico...

In Italia non ci sono soldi, non si possono fare chiusure severe che poi non portano a nulla in quanto i contagi rispetto a marzo sono gli stessi e anche le vittime che si sia chiuso o meno. Il paese è con un piede nella fossa e anche i cittadini indebitati per ogni cosa, rata mutuo, affitto, rata auto, rata mobili, rata elettrodomestici, rata cellulare: tutto era possibile a rate, ora le rate vanno pagate, ma senza lavoro non si guadagna e non si paga, aspettiamo il blocco degli sfratti e dei licenziamenti e il ripartire delle cartelle esattoriali e le rate di mutuo.

Solidarietà zero, ci sono ancora proprietari di immobili che credono di incassare affitti stratosferici per buchi di negozi e da attività che sono rimaste chiuse per mesi e hanno perso più del 50% del fatturato, vivono ancora nelle favole? Solo così si potrà ripartire, con solidarietà e azzerando ormai i troppi debiti. Non si raggiungerà mai un'immunità di gregge in quanto non hanno previsto un vaccino per gli under 16, bisognava mettere in sicurezza i più fragili, le case di riposo andavano riformate, è da vent'anni che se ne parla e non si fa nulla, tipico del nostro paese. Speriamo che i giovani che hanno voglia di ritornare in classe e a una socialità normale inizino nuove rivolte, con la testa bassa non si va da nessuna parte, è brutto dirlo ma qualcuno si deve sacrificare per far ripartire il paese, non si può restare in apnea ad oltranza.


I. Bortolotti


La crisi ha messo in ginocchio praticamente tutti

Il problema riguarda prima di tutto la salute ma è certo anche dannatamente economico ormai.

Dire solidarietà zero come fa lei è però un errore, perché la solidarietà, in svariate forme (inclusa quelle delle istituzioni) s'è spesso vista. E molti privati hanno fatto la loro parte, ovviamente senza far rumore: a fronte di chi non ha nemmeno fatto gli sconti sugli affitti, so per certo che c'è stato anche chi gli affitti li ha congelati o comunque scontati. A mancare, invece, è stata in particolare una regia (planetaria) capace di occuparsi di tutti e di tutto (cosa peraltro non facile in un'emergenza come quella che ancora stiamo purtroppo vivendo). E sono poi mancate regole chiare e anche controlli chiari e sanzioni chiare, in alcuni casi. Sulle chiusure - dei territori, ma anche di determinati esercizi - siamo al paradosso: nemmeno chi ha tenuto aperto (come l'Alto Adige ha fatto in più occasioni) è riuscito ad arginare, se non in minima parte, la crisi economica e i dati sulla salute - peraltro sempre preoccupanti, purtroppo - sembrano solo in parte legati a determinate scelte.

La verità è che questa crisi, inutile girarci intorno, ha messo in ginocchio praticamente tutti (parlo della popolazione, non dei pochi che hanno saputo arricchirsi anche in questa stagione delicatissima) ed è globale come poche altre cose. Sull'immunità di gregge - termine che si presta peraltro a più di un equivoco - devo dirle che non è così: quando il "piano vaccini" sarà pienamente attuato, non solo l'Italia, ma anche l'Europa e il mondo potranno tirare un sospiro di sollievo e saranno ben oltre l'immunità di gregge, immunità da raggiungere però col vaccino e non certo con la selezione della specie alla quale sembrava alludere in un primo momento il premier inglese Johnson.

Mi auguro che i giovani non si diano infine alla rivoluzione: perché quando i soldi finiscono e quando il lavoro non c'è più, la rivoluzione non può far nulla, se non complicare ulteriormente una situazione già drammatica. Vero è, però, che la necessaria e urgente ricostruzione ha bisogno di reali "costruttori", come direbbe il presidente Mattarella, e non di comparse.

lettere@ladige.it

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