Gli annunci al megafono mi mettono paura

La lettera al giornale

Gli annunci al megafono mi mettono paura

Nel regnante silenzio surreale, rotto dal cinguettio degli uccelli, improvvisamente irrompe la cacofonia di una voce registrata che intima, per «ragioni di salute pubblica e sicurezza nazionale», di restare nelle proprie case. Questo fatto mi riporta alla pubblicità del circo ed in effetti siamo proprio in mezzo ad un circo mediatico. Mi provoca anche un sudore freddo nella schiena, ricordandomi la propaganda fascista urlata dai megafoni che, grazie al cielo, ho conosciuto solo dai film.

Ora mi chiedo: non siamo abbastanza bombardati da notizie da ogni dove da rendersi necessario questo strumento antico di convincimento? I decisori pensano di indurre così all’ubbidienza chi sceglie di uscire all’aria e al sole? No, l’effetto che ottengono e che vogliono ottenere è rafforzare nei cittadini rinchiusi, inermi e terrorizzati, la paura, il vero strumento del controllo sui popoli. Ebbene in me questi “urlatori di regime” suscitano solo pena per il punto a cui sono giunti.

Marina Maiello


 

Sottoscrivo, però ce n’è bisogno

D’istinto sottoscrivo ogni sua parola. Poi, riflettendo e vedendo le tante, troppe persone che ancora vanno a spasso come se niente fosse, penso che forse - anche se concordo con lei nel dire che fanno venire il sudore freddo, ricordando ben altre stagioni - servono anche questi messaggi. Non li chiamerei però urlatori di regime. Perché sono persone che stanno facendo il loro lavoro. E lo fanno - con una modalità che certo non hanno scelto - per noi e per la nostra salute. Portiamo dunque pazienza e chiediamoci perché sia così difficile rispettare le regole.

lettere@ladige.it

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