Strage di Samarate, al via a Milano processo d'appello per Maja

(ANSA) - MILANO, 14 FEB - E' iniziato davanti alla Corte d'Assise d'appello di Milano il processo per Alessandro Maja, 58enne interior designer che, nella notte tra il 3 e il 4 maggio 2022, uccise nella loro casa a Samarate (Varese) la figlia Giulia di 16 anni e la moglie Stefania Pivetta, 56enne, a colpi di martello mentre stavano dormendo, per poi tentare di ammazzare anche il figlio maggiore Nicolò, 21 anni, sopravvissuto. In primo grado Maja, presente in aula a fianco del legale Giulio Colombo, è stato condannato all'ergastolo e ad un anno e mezzo di isolamento diurno. Nicolò, come spiegato stamani ai giudici (presidente Caputo) dall'avvocato di parte civile Stefano Bettinelli depositando un certificato medico, è dovuto tornare in ospedale nei giorni scorsi per un altro intervento chirurgico programmato. Il giovane, che ha riportato gravi traumi e un'invalidità all'80%, aveva definito la sentenza di primo grado, del luglio scorso, "giusta, il minimo" per quanto commesso da suo padre, e aveva detto di non essere disposto a "perdonare mai", nonostante creda in un suo pentimento, che però "non sarà mai abbastanza". In aula per la famiglia c'è il nonno di Nicolò, Giulio Pivetta, e a rappresentare l'accusa la procuratrice generale Francesca Nanni. La difesa punterà sul riconoscimento di un vizio parziale di mente dell'imputato, anche se una perizia psichiatrica disposta dalla Corte d'Assise di Busto Arsizio aveva accertato la piena capacità di intendere e volere dell'uomo. Inizialmente gli investigatori avevano ipotizzato come movente della strage familiare una possibile fine del matrimonio, pista poi abbandonata per concentrarsi su ipotetici dissesti economici. Anche in questo caso, però, dalle verifiche non è emersa alcuna difficoltà finanziaria e, dunque, il movente è sempre rimasto un'incognita. (ANSA).