Guillermo Del Toro, il sogno americano è un generatore di incubi

(ANSA) - ROMA, 03 DIC - "L'oscurità attende chi la cerca". E' la frase che segna l'intero racconto di La fiera delle illusioni - Nightmare Alley, viaggio nel noir firmato da Guillermo Del Toro, che ritrae i 'mostri' dell'anima e riporta in un un'America di fine anni '30 - inizio anni '40, tra fiere itineranti e alta società, capace di evocare anche la società di oggi. Interpretato da un cast che comprende Bradley Cooper (anche coproduttore), Cate Blanchett, Toni Collette, Rooney Mara, David Strathairn, Willem Dafoe, Richard Jenkins, Ron Perlman, Mary Steenburgen, il film arriverà negli Usa il 17 dicembre (i critici già ipotizzano varie nomination agli Oscar) e in Italia il 27 gennaio con Walt Disney Company Italia. Per Del Toro, ammiratore di autori del genere come McCain, Westlake, Worwick, Massimo Carlotto e Paco Ignacio Taibo, il noir, "come l''horror, strappa via i veli dell'apparente normalità, espone quesiti morali molto puri". Il film è l'adattamento del romanzo Nightmare Alley edito nel 1946 (in Italia è uscito quest'anno con Sellerio), storia sulfurea scritta da William Lindsay Gresham. "Penso che il sogno americano sia un incredibile generatore di incubi" sottolinea Del Toro. Nel film, "il protagonista "è sempre a due passi dal perdere tutto, perché lo ha basato su delle bugie, non ha lo scudo della verità". Il racconto ruota intorno a un 'homme fatale', l'affascinante e enigmatico Stanton Carlisle (Cooper), vagabondo dal passato oscuro e tre donne forti: "Ognuna a modo proprio dà volto a un archetipo, l'ingenua (Mara), la femme fatale (Blanchett), la donna concreta con un cuore d'oro (Collette). Io vedo in ognuna una dimensione quasi da supereroina, anche perché riescono tutte e a sopravvivere all'incontro con Stan". Per Rooney Mara, una delle forze del film è proprio "il fatto che Guillermo non metta in scena uno solo archetipo di donna, come spesso succede, ma tre differenti, e che risultino donne vere, concrete, e umane". Tra le curiosità, il cameo nel film di Romina Power: suo padre Tyrone era stato protagonista nel 1947 del primo adattamento cinematografico. (ANSA).