Banchero ed il 'no' all'azzurro, 'team Usa il mio sogno'

(ANSA) - ROMA, 04 AGO - Paolo Banchero, 20 anni, è il giocatore più giovane del team Usa che a Las Vegas si sta allenando per il Mondiale di pallacanestro. Rookie of the Year dell'Nba, Banchero ormai ha fatto la sua scelta: non vestirà i colori dell'Italia. "Rappresentare il tuo Paese è qualcosa più grande di te", ha detto al magazine sportivo The Athletic dopo l'allenamento. "E' stato un processo lungo, scegliere (tra Usa e Italia), ma ho preso la mia decisione e sono dove volevo essere. Mia madre ha giocato per il Team USA, quindi è sempre stato un mio sogno". Eppure alla fine dello scorso ottobre, su "The Young Person Basketball Podcast" sembrava essere giunto ad una scelta diversa, quando aveva detto al suo compagno di squadra degli Orlando Magic R.J. Hampton: "Gli Usa? No, ora sto con l'Italia". Sua madre, Rhonda Smith, ha giocato a basket all'Università di Washington e per gli Stati Uniti negli anni '90. Questo è stato un fattore che ha pesato nella sua scelta. Banchero è nato a Seattle, ma suo padre, Mario, calciatore a Washington, è di origini italiane. La Federazione Italiana Pallacanestro ha aiutato Paolo a ottenere la cittadinanza nel 2020, con la certezza che avrebbe giocato per l'Italia nelle competizioni internazionali. Il covid gli ha impedito di vestire l'azzurro ai Giochi di Tokyo, ma lo scorso autunno si era fatto ritrarre con il tricolore sulle spalle, mentre posava per la foto della squadra di Orlando. L'articolo di The Athletic sottolinea il ruolo avuto nella scelta di Paolo dall'amministratore delegato di USA Basketball, Grant Hill. La frequentazione tra i due risale ai tempi dell'università di Duke, nel 2021-'22. Inoltre Hill, che vive ad Orlando, è amico dell'agente di Banchero, Mike Miller. Se arruolare Banchero ha avuto un'importanza relativa per la nazionale Usa di basket, che ha nell'Nba un serbatoio praticamente infinito da cui pescare, per l'Italia la sue perdita è stata una brutta notizia, soprattutto perché inattesa, sottolinea The Athletic. La strada di Paolo ormai ha preso un'altra direzione e lui è convinto di essersi chiarito con i rappresentanti della nazionale italiana: "Per me, ho solo detto grazie per quello che avevano fatto da quando ero al liceo, per come mi hanno aiutato ad ottenere la cittadinanza, ad imparare di più sul Paese, sulla mia eredità", ha detto. "Penso che ci sia stato rispetto da entrambe le parti. Sono stato in grado di inviare loro un messaggio dicendo grazie e quanto lo apprezzo. Quindi penso che sia andata bene" conclude. (ANSA).