Maria Rosaria Omaggio in teatro fa rivivere Oriana Fallaci (e svela il flirt con l'astronauta)

La somiglianza è impressionante, così come il modo di camminare sul palco, la voce roca, il gesticolare o tenere tra le mani l’immancabile sigaretta. «Il mio primo incontro con Oriana Fallaci è stato fortuito risale alla mia giovinezza lei era con sua sorella ed è in quella occasione che mi fu presentata, per me era un sogno avevo 18 anni. Ma la mia storia con Fallaci inizia nel lontano 2003. Lei era ancora in vita. Aveva in mente un progetto per creare l’ audiolibro del suo “La rabbia e l’orgoglio” e aveva pensato a me per interpretarlo».

Sono tanti i ricordi gli aneddoti che scorrono veloci e che in una conversazione con l’ANSA racconta l’attrice e regista Maria Rosaria Omaggio: «ho iniziato a leggere i suoi testi, a fare dei reading, l’ho anche interpretata in un film (Walesa, di Andrzej Wajda racconta la storia del sindacalista polacco, che Oriana Fallaci aveva intervistato).

«Questo spettacolo è l’ultimo passo di questo viaggio» dice Omaggio che porta sempre con sè appuntato un suo piccolo portafortuna una spilla, un cammeo appartenuto alla giornalista e scrittrice mi è stato regalato da un suo familiare era in una scatoletta, acquistata a suo tempo in una gioielleria di Ponte vecchio. Nel giorno del novantesimo anniversario della nascita di Oriana Fallaci, Rai Cultura rende omaggio alla scrittrice e giornalista toscana proponendo lo spettacolo «Le parole di Oriana in concerto», in onda in prima visione sabato 29 giugno alle 21.15 su Rai5, con la regia e l’interpretazione di Maria Rosaria Omaggio.

Il testo è esaltato dal tocco al pianoforte di Cristiana Pegoraro - recente vincitrice del Premio Bellisario - che esegue brani classici amati dalla giornalista, ma anche sue composizioni per lo spettacolo.
Maria Rosaria Omaggio spiega ho letto tutto su Oriana: «per raccontare la vera Fallaci, bisogna farlo usando le sue parole. Non bisogna parlarne per sentito dire. Bisogna leggere quello che ha scritto lei e non quello che gli altri hanno scritto di lei. Innanzitutto è stata una donna coraggiosa. Una che, con il suo lavoro, non fece mai sconti a nessuno, raccontando la verità. Lei diceva: “la libertà non è una scelta, è un dover”».

«Quando ho girato - prosegue Omaggio - il film di Waida il nipote Edoardo è stato prezioso, mi ha dato la sua pelliccia di visone, il registratore che usò per l’intervista a Walesa e il cameo. Un’emozione. Poi ho trovato su Internet le Lark rosse che fumava. Qui nello spettacolo fumo delle sigarette finte, il fumo è vapore».

E, a oltre dieci anni dalla sua scomparsa, le sue profetiche dichiarazioni continuano a far discutere. «Oriana Fallaci non può che essere raccontata attraverso la sua vasta opera, per avere un ritratto obiettivo della sua complessa e lunga attività congiuntamente alle tante sfaccettature di un carattere forte e fragile, indomito e solitario, determinato ma ironicamente toscano».

Nello spettacolo Oriana racconta Fallaci, Penelope svela Cassandra, presenta se stessa, in una sorta di conferenza, rivelando la natura intima delle sue scelte, perfino delle delusioni amorose che hanno inevitabilmente segnato il suo carattere. «Si parla sempre - svela Omaggio - di Alekos Panagulis come il grande amore della sua vita, ma sappiamo che non fu il solo e fondamentale e poi non durò neanche troppo. L’ultimo invece è stato l’astronauta Paolo Nespoli di 28 anni più giovane di lei, che Oriana aveva conosciuto a Beirut era un giovanissimo sergente e le ha fatto da autista per un periodo. Hanno vissuto 5 anni insieme a New York, lui stesso ha ammesso in seguito che a lei deve il fatto di averlo spronato a realizzare il suo sogno». Quando Nespoli parte per la Germania infatti ove ha avuto un incarico dall’Agenzia spaziale europea, lei gli comunica di non volerlo più vedere. Così sarà. Questo rapporto ispira alcune pagine del romanzo “Inshallah”, che assumono un nuovo significato.

Nello spettacolo su Rai5 insomma il ritratto di una donna scomoda, che sorprende per complessità, dimostrandosi aggressiva e fragile, generosa ed egocentrica, cupa e spiritosamente toscana, timida e indomita allo stesso tempo. Un racconto che si avvale, inoltre, di materiale multimediale, quasi a poter vedere i ricordi che scorrono nella sua mente mentre parla. La sequenza fotografica scelta dalla regia e i video a cura di Carlo Fatigoni e Vincenzo Oliva consentono di cavalcare la sua storia, ma anche quella con la S maiuscola, quella che riguarda ognuno e dove la grande giornalista si inserì «come un tarlo nella Storia». Le immagini a commento dei suoi ultimi libri scuotono.

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