La samba pazza degli Azymuth questa sera al teatro Sanbàpolis

di Fabio De Santi

Una formazione storica della musica brasiliana come gli Azymuth insieme all’after show del dj statunitense Spinna, uno dei più completi, illuminati, eleganti selecter per quanto riguarda la black music a trecentosessanta gradi.

Sono loro i protagonisti del primo appuntamento della nuova stagione di «Jazz’About» targata Centro Santa Chiara che si terrà questa sera, alle 21, al Teatro Sanbàpolis, per l’inizio di un lungo viaggio sonoro alla scoperta delle varie dimensioni che ha assunto la musica jazz in questo terzo millennio.

Bisogna risalire alla prima parte degli anni ’70 per arrivare alla nascita, in Brasile, del progetto Azymuth, oggi composto da Fernando Moraes (tastiere), Alex Malheiros (basso elettrico) e Ivan Conti (batteria), ma non c’è nessuna necessità di coordinata spazio-temporale per apprezzare il loro jazz-funk aereo, ispirato, pieno di colori, di eleganza.

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Una musica il cui fascino è arrivato intatto ai giorni nostri (tanto che gli Azymuth proseguono instancabili la loro attività: quasi trenta album e una continua presenza live in giro per il mondo) e che è stata in grado di sedurre ascoltatori con età e background fra i più svariati: dal pubblico hip hop - il californiano Madlib ha addirittura inciso un intero album con Ivan Conti, uno dei fondatori - a quello più legato alla club culture.

Forse a molti il nome degli Azymuth non dirà nulla o quasi, ma nell’immaginario del pubblico televisivo italiano il gruppo brasiliano è entrato prepotentemente visto che il loro brano Jazz Carnival, uscito nel 1979, è stato usato per la sigla del programma Mixer in onda sui canali Rai. Per capire invece l’attitudine degli Azymuth sono utili le parole di un’intervista rilasciata dal bassista Alex Malheiros a Jam Tv: «Normalmente in Brasile la samba è quasi matematica, dritta. La puoi suonare in quattro, oppure puoi allontanarti dal suo tracciato e suonarla in tre, cinque o sette. Questa è la caratteristica degli Azymuth, uscire dallo swing come se stessi aprendo una porta e ti facessi un giro in strada per poi tornare di nuovo indietro, senza mai perdere il tempo. È questo il nostro stile, che noi chiamiamo “Samba Doido”, cioè “samba pazza”. Una musica che mantiene come base il ritmo della samba per diventare poi più elaborata, suonata con strumenti che non sono quelli tradizionali».

Dopo il live, spazio a dj Spinna, nome d’arte di Vincent Williams, capace di emergere nella scena newyorkese grazie al progetto The Jigmastas e poi con il brano «Beyond Real» che lo ha portato a firmare per la label Tommy Boy, con cui lancia l’album Infectious che vedeva anche la collaborazione del chitarrista dei Living Colour, Vernon Reid. Spinna ha mosso i primi passi nella cultura hip hop (collaborando anche con Eminem nei primi passi della sua carriera), ma ben presto il suo amore sconfinato per la musica black a trecentosessanta gradi lo ha portato a confrontarsi in ambiti molto diversi.

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