Dolomiti, un'alba magica con la voce di Mari Boine

di Fabio De Santi

Sarà il carisma di Mari Boine, una delle voci più ispirate voci della canzone nordica, a segnare uno degli appuntamenti più attesi , quello legato all’Alba, dei festival «I Suoni delle Dolomiti».

Domani mattina alle 6 del mattino sul Col Margherita in Val di Fassa, infatti i primi raggi del sole  incontreranno la musica proposta da una big band formata da musicisti nordici e trentini che comprende oltre a Mari Boine cinque musicisti il cui background spazia dal folk alla musica classica e al jazz: il batterista Snorre Bjerck, il chitarrista Roger Ludvigsen, il violinista e specialista della niyckelharpa Corrado Bungaro, il sassofonista Giordano Angelo e il bassista Carlo La Manna (in caso di maltempo si recupera alle ore 11 al Teatro Navalge di Moena).

Il nome della Boine si è fatto conoscere a livello internazionale nel 1990 grazie ad un album come «Gula Gula» uscito per la label Real World di Peter Gabriel. Mari Boine da allora è considerata come la portavoce delle tradizioni di un popolo, i Sami, che abita in uno dei territori più estremi del Nord Europa – la Norvegia - e il cui legame con la natura è unico: «Sin da piccola ho imparato che la natura è bella e dona serenità ma che può anche essere spietata e brutale con gli uomini e con gli animali - ha avuto occasione di raccontare la  cantante - Ma quando ho poi vissuto in grandi città, ho percepito il bisogno di tornare alla natura per ricaricare le batterie, di farmi avvolgere dal silenzio. Non devo obbligatoriamente fare un lungo viaggio, mi basta poter scrutare l’orizzonte, vedere le montagne e i fiumi, sentire l’aria fresca. Lascio che il vento attraversi i miei pensieri e ciò mi permette di vedere poi le cose in modo più chiaro».

La voce di Mari Boine trova sempre uno specchio nella natura: «Diverse delle mie canzoni nascono quando sono a contatto con la natura: a volte è come se le melodie fuoriuscissero dagli alberi trovando casa dentro di me. Nel corso del mio viaggio musicale ho anche imparato che la natura è il riflesso dell’umanità nelle sue molteplici sfaccettature: vallate deserte, cascate ghiacciate, tempeste, valanghe, bellissime giornate di sole, fiori meravigliosi, uccelli che cantano allegramente, predatori selvaggi».

Per lei quella legata alla dimensione dell’alba ai Suoni è un’esperienza del tutto nuova: «Per me, che vengo dalla terra del “sole di mezzanotte”, è qualcosa di  speciale assistere al sorgere del sole in alta montagna. Non so bene cosa aspettarmi. Guarderò la natura e vedrò cosa accade: può darsi che lassù nasca una nuova melodia ispirata dal paesaggio e dalla gente che con me vivrà la medesima esperienza».

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