Fiorella Mannoia strega il pubblico dell'Auditorium di Trento con un doppio concerto

di Fabio De Santi

L’immagine più bella, che resterà impressa a lungo negli occhi dei presenti, è quella di Fiorella Mannoia che nell’ultimo bis del suo concerto scende dal palco per cantare “Il cielo d’Irlanda” attraversando lentamente tutto l’Auditorium per raccogliere fisicamente tutto l’affetto della sua gente, divertita fra selfie e fotografie. Bisogna incominciare dal gran finale per raccontare ii live di giovedì sera della Mannoia a Trento in un teatro che le ha tributato un autentico trionfo.

La cantante romana ha proposto il set del “Personale Tour” legato alle canzoni del suo ultimo album unite ad alcuni dei suoi classici iniziando da “Il peso del coraggio”, “Il senso” e “I treni a vapore”. L’impressione, per noi che l’abbiamo ascoltata molte volte negli anni in Trentino, è che Fiorella Mannoia in questo show abbia trovato il perfetto equilibrio fra la sua anima più impegnata, quella che non rinuncia a gridare la sua rabbia contro le ingiustizie nel mondo e la violenza contro le donne, e una giocosa e trascinante leggerezza.

Le note di “Imparare ad essere donne” sono nate da una frase di Simone de Beauvoir, “donne non si nasce, lo si diventa”, che le sono rimaste impresse da adolescente, mentre “Anna siamo tutti quanti” racchiude una riflessione sui ragazzi di oggi spesso imprigionati nel mondo del virtuale e dei social ma comunque capaci di avere degli ideali. La profonda amicizia che lega l’interprete capitolina ad Ivano Fossati emerge in due brani come “Lunaspina”, pezzo che da tempo la Mannoia non proponeva nei suoi concerti, e “Penelope” una delle canzoni più ispirate del suo nuovo cd. Fra i momenti più coinvolgenti dello spettacolo, curato al mixer dal fonico trentino Marco Dal Lago, l’esecuzione per solo piano e voce di “Povera patria” di Franco Battiato e l’omaggio a Fred Buscaglione, definito dalla Mannoia come “la prima vera rockstar italiana”, con la super classica “Eri piccola così”.

 

Un’avvolgente versione di “Nessuna conseguenza” porta a “In viaggio”, con le parole della Mannoia a ricordare le sofferenze dei popoli curdo, yemenita e siriano travolti dalla violenza di guerre insensate, fino a “Caffè nero bollente” il suo pezzo da sempre più rockettaro. In coda dopo “Che sia benedetta” e l’immancabile “Sally” la Mannoia invita il pubblico  sotto il palco alzando il ritmo con la danzereccia e trascinante “Siamo ancora qui” verso il bis con “Sempre per sempre” e  “Quello che le donne non dicono”. E ieri sera Fiorella Mannoia ha concesso il bis in un teatro ancora sold out.

 

 

 

 

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