Assistenza / L’analisi

Lavoro domestico per oltre 12 mila: sono quasi tutte donne, gli stranieri in calo

Sono questi alcuni dei numeri elaborati dall'osservatorio Domina su dati Inps​​. Michail Pipinis: “Le case di riposo sono piene e onerose, così i familiari preferiscono rivolgersi ai caregiver”

PERMESSI In Trentino rilasciati 5.432 permessi a stranieri nel 2022

di Monica Malfatti

TRENTO. 12.307 lavoratori, di cui il 92,1% donne (in crescita) e il 72,3% stranieri (in calo): sono alcuni dei numeri riguardanti il lavoro domestico in Trentino Alto Adige ed elaborati dall'osservatorio Domina su dati Inps riferiti al 2022. Già lo scorso anno si evinceva come dal 2012 al 2021 si fosse registrata in regione una crescita costante del numero di lavoratori domestici regolari, mentre nell'anno 2022, sia a livello nazionale che locale, i lavoratori domestici contribuenti all'Inps hanno subito un discreto calo.

Un trend che è conseguenza dell'entrata in vigore della cosiddetta "sanatoria", rea di aver regolamentato l'emersione di rapporti di lavoro irregolari, portando però in certi casi anche ad una spontanea regolarizzazione per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown.

In Italia, i dati mostrano una riduzione del numero complessivo di lavoratori domestici rispetto al 2021 pari al 7,9%: tradotto in cifre, sta a significare un depauperamento di 76.548 lavoratori su un totale di quasi 900.000 persone. Nella nostra regione, i 13.705 lavoratori domestici del 2021 - per il 65% badanti e con un'età media di 50 anni - hanno subito invece nel 2022 una perdita di 1.398 unità, con anche una lieve diminuzione dei lavoratori stranieri (-0,5%). Gli stessi lavoratori stranieri di cui, a livello nazionale, si registra comunque una nettissima prevalenza, assestata sul 69,5% del totale.

La componente più significativa è quella dell'Est Europa, che arriva a rappresentare il 35,4% dei lavoratori domestici totali. E proprio i lavoratori dell'Est Europa sono maggiormente presenti nelle regioni del Nord Est italiano, dove grazie alla vicinanza geografica la percentuale arriva mediamente a toccare il 51,5% con un picco proprio in Trentino, che fa segnare un 54,4%.

La nostra regione si discosta invece da un'altra tendenza nazionale, ovvero la diminuzione delle lavoratrici donne. In Italia, infatti, nonostante il lavoro domestico sia storicamente identificato con il genere femminile, nel 2022 sono stati registrati oltre 121.000 lavoratori domestici di genere maschile, ovvero il 13,6% dei lavoratori totali. In Trentino, la componente maschile si attesta sul 7,9% del totale, con il primato che resta dunque appannaggio delle donne, in una percentuale sempre più alta: se nel 2021, infatti, le lavoratrici di genere femminile erano l'88,7%, nel 2022 hanno raggiunto, come detto in apertura, il 92,1%, registrando dunque un incremento del 3,4%.

«Dalla mia personale esperienza presso il nostro sportello - commenta Michail Pipinis, responsabile del servizio paghe e contratti lavoratori domestici di Caf Acli - trovo che quando si tratta di incrociare domanda e offerta, far assumere figure maschili è sempre un tema complesso: spesso c'è diffidenza da parte delle famiglie, soprattutto quando l'assistita è di sesso femminile».

Sul fronte delle persone che usufruiscono del lavoro domestico, dunque, nella nostra regione troviamo 11.745 datori di lavoro, con un 55,8% di donne e un 47,2% di over 80. Quest'ultimo dato, riferito all'anzianità, supera di ben 11,1 punti percentuali la media nazionale, assestata su un 36,1% di over 80.

«Si tratta di un dato da analizzare davvero bene - prosegue Pipinis - perché sintomatico di due situazioni delle quali la nostra regione e la nostra provincia, in particolare, stanno soffrendo: l'invecchiamento generale della popolazione e l'incapacità di strutture come le Rsa di rispondere precipuamente a questo fenomeno. Le case di riposo sono piene e onerose, così i familiari preferiscono rivolgersi ai caregiver».

Va poi precisato come spesso i datori di lavoro che risultano dai contratti non siano direttamente gli anziani o i bisognosi di assistenza. «Accade che i contratti siano stipulati dai figli - spiega Pipinis - e dunque gli effettivi over 80 emersi dal rapporto Domina potrebbero essere nella realtà molti di più».

Emerge infine un ulteriore elemento curioso: in Italia, i datori di lavoro nel 2022 sono stati 978.000, ovvero 109 ogni 100 lavoratori domestici. Il fatto che il numero di datori sia superiore rispetto a quello dei lavoratori significa evidentemente che è più frequente il caso di lavoratori occupati presso più datori di lavoro nell'arco dello stesso anno. Questo fenomeno è presente in quasi tutte le regioni, ad eccezione di Friuli Venezia Giulia, con 98 datori ogni 100 lavoratori, Valle d'Aosta, con 95 datori ogni 100 lavoratori, e appunto il Trentino Alto Adige, sempre con 95 datori ogni 100 lavoratori.

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