Economia / I dati

Giovani, Trentino poco attrattivo: per la Fondazione Nord Est in vetta Veneto e Lombardia

Quali sono i Paesi più attrattivi? Nell'ordine, Lussemburgo (che è un caso speciale e poco significativo), Paesi Bassi e Svezia; seguiti da Irlanda, Germania, Danimarca, Austria, Slovenia e Belgio

STORIE Le interviste dei trentini all'estero

TRENTO. Il Trentino continua ad essere una terra poco attrattiva per i "giovani cervelli" europei, che guardano verso il nord Europa facendo posizionare il Trentino in terza fascia (su cinque) superato da ben sei regioni italiane (in vetta Lombardia, Veneto e Lazio) e conquistando la 72ª posizione tra le regioni europee e il vicino Alto Adige addirittura in quarta fascia oltre la metà della classifica nazionale e alla posizione 154 tra le regioni europee.

Sono questi gli impietosi dati del nuovo studio della Fondazione Nord Est, che ha sviluppato un indice denominato Rai (Regional Attractivness Index) sulla base di ben 26 parametri. La graduatoria europea è guidata dall'area di Stoccolma, seguita dall'Ile de France (Parigi) e dall'Alta Baviera (Monaco). Il divario tra Stoccolma e Lombardia è di 15 punti: molti, considerato che sono su una scala di poco più di sessanta. Tra le prime venti regioni ci sono otto tedesche e tre olandesi. Ma cosa rende meno attrattive le regioni italiane? Negli undici anni 2011-2021 l'Italia ha perso oltre 111mila giovani laureati under 40 a favore degli altri Paesi. La ricerca, come detto, ha condotto a selezionare 26 variabili che spiegano le differenze di effettiva attrattività di giovani. Queste variabili sono state selezionate in base a cinque grandi forze attrattive.

La prima è «Enable», cioè l'abilitazione economica, che si esprime nella ricchezza e nella facilità o difficoltà a trovare lavoro. La seconda è «Attract», ed esprime l'effettiva attrattività e la capacità di innovare, osservata indirettamente, in quanto lo scopo è di attrarre talenti. La terza è «Grow» e considera il potenziale innovativo dato dagli occupati in attività di frontiera.

La quarta è «Retain», cioè trattenere le persone attraverso il riconoscimento del merito, che passa attraverso la trasparenza ed è negato dalla corruzione. La quinta e ultima è «Global-Knowlegde-Skills», ossia l'intensità della presenza di persone con elevate competenze ma anche la facilità di muoversi e la presenza di una cultura imprenditoriale evoluta che brevetta le innovazioni e crea marchi riconoscibili e quindi attrattivi.

Quali sono i Paesi più attrattivi? Nell'ordine, Lussemburgo (che è un caso speciale e poco significativo), Paesi Bassi e Svezia; seguiti da Irlanda, Germania, Danimarca, Austria, Slovenia e Belgio.

L'Italia è su un gradino più basso ed è caratterizzata da una forte dispersione di risultati regionali, che rispecchia il grande divario nei livelli di attrattività di talenti tra le regioni del Nord e quelle del Sud, in cui le differenze di reddito tra le due aree giocano un ruolo rilevante: il basso reddito è un fattore importante che spinge ad andarsene a cercare migliori opportunità altrove. Un'analisi più approfondita dei dati fa emergere l'effetto capitale. Molte delle regioni più attrattive ospitano la capitale, un'area che normalmente vede un'alta concentrazione di attività economiche e quindi anche di opportunità.

A seconda del punteggio Rai, le regioni europee sono state suddivise in cinque grandi gruppi: le tre migliori, con Rai oltre 60, Stockholm, l'Ile-de-France (Parigi) e l'Oberbayern (la regione tedesca in cui si trova Monaco di Baviera); la seconda fascia conta 23 regioni con un Rai tra 50 e 60. In nessuna delle due c'è un'italiana, ma undici tedesche, tre olandesi e due belghe; il nocciolo duro dell'Europa. In terza fascia, con Rai tra 40 e 50 ci sono 79 regioni europee, di cui 11 tedesche, 9 italiane (Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino, Piemonte, Liguria e Umbria in ordine di Rai decrescente) e 7 olandesi. Nella quarta fascia (Rai tra 30 e 40) ci sono molte regioni della Francia, della Spagna, della Polonia e otto dell'Italia, quasi tutte del Centro-sud (Toscana, Marche, Alto Adige, Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata e Puglia). In ultima fascia ecco le rimanenti quattro italiane: Valle d'Aosta, Campania, Sicilia e Calabria.

La distanza tra le regioni europee migliori e quelle del Nord-est è significativa. Non tanto per livello e distribuzione del reddito, che anzi sono non lontani da quelli delle aree di testa. E nemmeno per la qualità delle istituzioni. Quanto per il basso numero di laureati rispetto alla media europea, per la ridotta quota di lavoratori impiegata in settori creativi e di lavoratori della conoscenza e per la minor produzione di marchi e brevetti, quest'ultima effetto più dell'arretratezza della cultura imprenditoriale che della dimensione delle imprese. Anche per quanto riguarda le infrastrutture e la connettività via terra e aereo Triveneto ed Emilia Romagna perdono posizioni rispetto alle migliori regioni europee.

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