Economia / L'emergenza

Caro energia, il grido dei ristoratori: non bastano piatti freddi e uso ridotto dei forni, servono interventi del governo

I costi sono già alle stelle e l'inverno preoccupa molto. Alessandro Bettucchi (Scrigno del Duomo): «Con gli accorgimenti adottati risparmio solo il 5% su bollette elettriche di 12 o 14 mila euro... E qui in centro storico non è possibile nemmeno installare il fotovoltaico». Il presidente dell'associazione, Marco Fontanari: la priorità per il nuovo esecutivo deve essere ridurre i costi devastanti delle imprese

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di Nicola Maschio

TRENTO. Soluzioni innovative, da parte di chi è disposto a fare di tutto pur di contrastare il rincaro dei costi in questo periodo storico impossibile da decifrare. Il problema delle spese legate all'energia è sicuramente (e lo sarà anche nei prossimi mesi) il tema più importante al momento.

A tirare la cinghia non sono solo le famiglie, ma anche gli imprenditori. E tra i ristoratori qualcuno ha pensato addirittura di rivedere il proprio menù, dando maggiore spazio ai piatti freddi, pur di non utilizzare eccessivamente i fornelli. Con risultati che però non sono stati all'altezza delle aspettative. E tra pochi mesi comincerà la stagione invernale.

«Chiaramente - ha spiegato Alessandro Bettucchi, gestore dello Scrigno del Duomo e tra i pionieri di questa idea innovativa - serviranno piatti caldi, non si potrà proseguire con questa strategia che, comunque, ci ha dato veramente un risparmio risicatissimo. Personalmente le ho provate tutte: ho cambiato i menù, i sistemi di cottura, ho incentivato la scelta di piatti freddi, ho addirittura investito sulle app e sulla tecnologia per attivare i forni durante la notte, quando teoricamente i consumi dovrebbero essere minori. Ma con quali risultati? Un risparmio di qualche euro, un 5% sull'anno scorso che non ci cambia la vita. Andare a levare una somma molto bassa da bollette di 12 o 14 mila euro non fa la differenza. Servono interventi urgenti quanto prima, altrimenti il rischio è quello di trovarci tra alcuni mesi con tante attività chiuse».

Bettucchi ha inoltre posto l'attenzione su un aspetto molto interessante e tipico del centro storico di Trento: «Noi gestiamo anche il Prime Rose di Levico ed il prossimo anno installeremo i fotovoltaici. Ma nella maggior parte degli edifici in città non è possibile farlo a causa della storicità delle strutture: le attività sono molto penalizzate. È chiaro che possiamo tenere duro finché riusciamo, con questi costi però non si può andare avanti ancora per molto».

A testimoniare il momento difficile è stato anche il presidente dell'associazione Ristoratori trentini (nonché vicepresidente di Confcommercio Trentino) Marco Fontanari, che ha ribadito come i componenti della categoria abbiano fatto veramente l'impossibile per adeguarsi al periodo storico. Ma per qualcuno ormai il vaso è colmo.

«Lo ammetto, c'è chi ha parlato di voler protestare, ma in questo momento servono sobrietà ed attenzione. In un paio di settimane dovrebbe essere operativo il nuovo Governo e vogliamo che il caro energia sia una priorità assoluta, con interventi che riducano i costi devastanti ai quali stiamo assistendo. Dovrebbe arrivare un nuovo decreto Sostegni come avvenne dopo le fasi più dure della pandemia. Inoltre, chiediamo che vengano sospesi i mutui per un anno in modo da mantenere la liquidità nelle aziende per far fronte al caro bollette, Europa permettendo. Ma già lo scorso 30 settembre attendevamo un tetto massimo sul prezzo del gas che purtroppo non è arrivato».

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