Lotteria degli scontrini, a Trento partenza a rilento, dubbi e oneri per i commercianti frenano la novità

C’è chi è già pronto e chi lo sarà entro la settimana prossima. Ma una cosa è sicura: sulla lotteria degli scontrini c’è più confusione che attesa. Gli esercenti cercano di raccapezzarsi tra regole astruse, proroghe e obblighi. Sperano di non avere difficoltà organizzative e sono tristemente rassegnati ad avere costi ulteriori. La pandemia ne ha fiaccato l’irritabilità, si adeguano perché tocca farlo. Quanto ai clienti, nella maggior parte dei casi semplicemente non ne sanno nulla. Dalla massa si distingue un’esigua minoranza. Sono quelli che già lunedì avevano scaricato il codice ed erano pronti a tentare la sorte della lotteria nazionale, ormai unica speranza di un Paese quasi a remengo. Tant’è, ormai si vive giorno per giorno.

Ma va detto che tutte le catene di supermercati, invece, hanno già adottato il nuovo sistema, ed alle casse praticakmente tutti offrono la possibilità di partecipare alla lotteria.

«Io spero solo che questo codice da immettere non sia troppo lungo e che non mi faccia perdere tempo» Daniela Giupponi, del bar Excelsior, farà l’aggiornamento della cassa nelle prossime ore, lunedì sarà operativa (in realtà, il codice è un codice a barre, basterebbe attrezzarsi per scannerizzarlo, ndr).

Due sono le modalità che gli esercenti hanno per partecipare alla lotteria degli scontrini: immettere a mano il codice del cliente sullo scontrino, o usare una pistola a lettura ottica. Lei ha scelto il primo metodo: «Non posso nemmeno pensare di avere la pistola. Ho già la cassa, il lettore per i buoni pasto della Provincia, quello per gli altri, il QR code. Se mi danno un’altra cosa elettronica impazzisco. Certo spero di non perdere troppo tempo: ci sono momenti in cui la gente va e viene veloce».

A lei qualcuno ha già chiesto della lotteria, per questo si è preparata. Ma la sua paura, dal punto di vista organizzativo, è il tempo. Ed è lo stesso per i colleghi. «Finora nessuno mi ha chiesto niente, mi sa che la gente ne sa poco. Ecco, spero non faccia perdere troppo tempo» evidenzia Alessandro Fadanelli, dell’omonimo negozio di scarpe. Lui è preoccupato soprattutto per la mamma, che ha una certa età: qualche volta c’è lei in negozio, immaginare di averla alle prese con codici e lotterie, in effetti, fa pensare che alle persone anziane in questa pandemia si è chiesto tanto, in termini di evoluzione tecnolgica.

Ma non è una questione d’età. È uno sforzo per tutti, giovani compresi. «Io non mi sono molto interessata - ammette Roberta Pedrotti, del negozio Details di via Suffragio - ho fatto l’aggiornamento, la mia cassa è pronta. Ma nessuno al momento mi ha chiesto niente». E sono i clienti a dover dire, prima di ricevere lo scontrino, che vogliono partecipare al gioco in cui lo Stato investe più di qualche soldo. «Sì, che se li avessero messi sui ristori, sarebbe stato meglio», sussurra qualcuno a mezza bocca. Ma non è una vera polemica. Sembrano troppo stanchi per farne, di polemiche, i commercianti cittadini.

Di negozio in negozio, c’è chi ha scelto il modello tecnologico più avanzato: la pistola che legge il codice a barre. «Ce lo stanno consegnando, da lunedì avremo tutti la pistola per leggere» spiega Fiammetta Terreri, al negozio Lab di via Suffragio. Pure lì, si mettono in regola, ma non c’è esattamente la fila, per partecipare: «No, nessuno ha chiesto nulla, per adesso». Al momento, la lotteria degli scontrini da queste parti è solo un costo: 80 euro di pistola. Che poi dipende. Dalla cassa, dal tipo. C’è anche chi per la pistola spenderà 150 euro. Se ne acquista più d’una, comincia ad essere un investimento. «Però ci tocca, se sbagliamo a digitare il codice è peggio», spiega una negoziante.

Nel mondo pandemico, il commercio è pieno di paradossi. Come quello che vive Ruggero Franzoi, della tabaccheria di via S. Pietro. Sulla porta il cartello: «Qui non aderiamo alla lotteria degli scontrini», l’ha inviato la sua associazione di categoria, perché su monopoli, giornali e riviste, non c’è lo scontrino, sono tassati a monte. Ma non è detto che lui sia fuori dal tunnel. Ha le caramelle, e pure i pacchetti di chewingum.

A rigore, su quelli lo scontrino c’è: «Se dovrò adeguarmi lo farò, comprerò la pistola» spiega. Lui è calmo, noi immaginiamo quello scontrino, con 1,50 euro di gomme, e fatichiamo a capire il senso. Ma le lotterie sono così, non cerchi una logica.
Questo il panorama, ieri in centro. Forse l’iniziativa decollerà, nel prossimo futuro. Per ora - a essere magnanimi - è ancora ferma ai blocchi di partenza.

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