La crisi, chiude un altro locale in centro: la gelateria Fior di gusto lascia via Rosmini

di Leonardo Pontalti

La zona universitaria di Trento perde i pezzi. Dopo l'addio di Midi, il ristorante che lo chef e imprenditore Riccardo Mosna ha chiuso in via Bomporto, in via Rosmini con l'avvicinarsi della bella stagione non riaprirà Fior di Gusto, il bar gelateria di Francesca Di Giorgio.

Come nel caso di Midi - che ripartirà con un laboratorio produttivo a Vigolo Baselga abbandonando l'offerta diretta al pubblico - anche per Fior di Gusto la buona notizia è che l'attività proseguirà, nella storica, prima sede di via Grazioli.

Ma il dato, preoccupante, è chiaro: nel giro di qualche giorno la zona del capoluogo in cui si concentrano maggiormente le facoltà dell'Ateneo ha perso due proposte, con un danno non solo alla clientela ma anche a chi quelle proposte le offriva.
Dato preoccupante, come si diceva, ma purtroppo non sorprendente: se la pandemia ha colpito duramente, più di altre, la categoria della ristorazione, ancora peggio va a chi aveva naturalmente, per collocazione fisica, come interlocutori gli studenti. Che sono a casa da mesi: non frequentano le lezioni e non animano e alimentano la città e le sue attività.

«Abbiamo deciso di fare un passo indietro, tornare alle origini mantenendo solo la sede di via Grazioli», spiega Di Giorgio: «Non certo una scelta voluta. Ma chi mai avrebbe pensato, quando avevamo aperto sei anni fa, alla pandemia?»
Fior di Gusto era arrivata in via Rosmini nel marzo del 2016, occupando gli spazi lasciati da Sosi e rilanciando così una zona che, con il venir meno della presenza del panificio, poteva contare solo alla sera sul presidio - gastronomico ma anche sociale - garantito da un locale, con il Simposio lì di fronte. All'epoca Tastiko doveva ancora arrivare.

«Nessun problema per quel che riguarda la zona, che era perfetta, abbiamo sempre lavorato bene. Facendo i conti con la stagionalità delle nostre proposte principali, certo, essendo essenzialmente una gelateria. Ma la pandemia ha fatto il resto. Ecco, non posso dire che chiudiamo solo per il Covid, ma di certo questa è stata la mazzata che ci ha fatto capire che non potevamo più andare avanti».

Francesca Di Giorgio e il compagno proseguiranno il loro percorso professionale in via Grazioli dalla metà di febbraio, quando la gelateria riaprirà.

In via Rosmini resta invece il malinconico avviso sulle vetrine. «Affittasi».

La doppia chiusura dei due locali nel giro di qualche centinaio di metri ha reso palpabili, concrete, quelle che sono le difficoltà con cui una città come Trento si trova e si troverà a fare i conti. Il prezzo della sparizione di tutto quello che la presenza dell'università garantiva a livello di indotto: clienti per i locali, inquilini per i proprietari di appartamenti in affitto e così via.
Midi e Fior di Gusto sono stati i primi a pagare, ma altri ne arriveranno, non solo nel settore della ristorazione?
«Sarà così, se le cose non cambiano», conferma sconsolato Giuliano Bosisio del Simposio, che si trova proprio di fronte alla gelateria. «Lo stop all'università e lo smart working di molti dipendenti pubblici ci ha tagliato le gambe, ormai dal marzo scorso. Se le cose non cambiano, noi chiudiamo. E con noi molti altri colleghi che sono già in affanno».
C'è chi ha provato, lì vicino, ad andare a cercarseli, gli studenti, almeno trentini, offrendo le proprie sale come luoghi di studio: è il tentativo portato avanti da Tastiko. Basterà?

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