In Trentino 2800 maestri di sci disoccupati: esclusi anche dai "ristori", fanno appello al governo

I maestri di sci del Trentino chiedono i “ristori” al governo Conte (dai quali sono finora esclusi). E nel frattempo si sono messi a disposizione gratuitamente per collaborare all’organizzazione degli eventi di Coppa del Mondo di Sci Fis in Trentino.

In questi giorni il Trentino sta ospitando alcune importanti competizioni di sci a livello internazionale, altre le ospiterà nelle prossime settimane, e a rendere possibili tali appuntamenti ci sono anche delle persone poi impegnate professionalmente per tutto l’inverno sulla neve: i maestri di sci.

Afferma un comunicato stampa: «Tradizionalmente il loro lavoro è essenziale proprio nella collaborazione per l’organizzazione delle gare di Coppa del Mondo e di Coppa Europa sino ad aprile. Ed è bene ricordarlo si tratta di un aiuto prestato in forma di semplice volontariato grazie alle Scuole di Sci e al forte legame con il territorio in cui operano nei mesi invernali a supporto di tutto il comparto turistico. Una attività preziosa garantita anche quest’anno nonostante le difficoltà economiche in considerazione dell’importante valore promozionale che le competizioni rappresentano per il mondo turistico della neve.

La collaborazione viene infatti prestata gratuitamente malgrado dallo scorso marzo i maestri di sci non abbiano potuto godere di alcun ristoro economico dopo il blocco dell’attività causa la chiusura delle piste per la pandemia Covid. Ciò nonostante non hanno potuto godere di adeguato sostegno economico garantito dal Governo ad altre realtà professionali. E che anche in queste settimane – con la decisione del Governo Conte di bloccare gli impianti di risalita – di fatto sono a casa senza lavoro».

Nel solo Trentino di tratta di 2.800 iscritti al Collegio provinciale, riuniti in 54 scuole di sci, che salgono a circa 15.000 professionisti in tutt’Italia, dal Nord al Centro-Sud. E che, come detto. sinora non hanno potuto godere di alcun tipo di sostegno economico, a differenza di quanto avvenuto per altre categorie professionali.

«Per questo motivo chiediamo al Governo di inserire anche la nostra categoria nella lista delle attività professionali che possano godere di sostegno economico – spiega Mario Panizza, presidente del Collegio dei Maestri di Sci del Trentino -. Con la decisione di bloccare l’attività degli impianti risalita nel periodo natalizio e fino alla prima settimana di gennaio di fatto noi maestri di sci ormai da 11 mesi non disponiamo di entrate economiche e in queste settimane abbiamo perso anche il periodo più significativo, finanziariamente parlando, che combacia con le festività Natalizie e di Fine Anno. Un pò come avviene d’estate nelle realtà marine in occasione di agosto e Ferragosto. Per questo chiediamo al presidente Conte e al governo di mettere in campo concrete azioni a sostegno del nostro settore che di fatto rappresenta una delle significative attività legate ad aree di montagna, talvolta marginali, e che nella stragrande maggioranza dei casi non hanno altre opportunità occupazionali a differenza dei territori di pianura».

Avere la certezza di un sostegno in sede nazionale per l’intero nostro settore, che spazia dalle Alpi e agli Appennini, e che tenga conto delle differenziazioni occupazionali, consentirà poi un ulteriore dialogo con le varie Regioni. «Per quanto riguarda il Trentino – conclude Panizza – abbiamo già avuto degli incontri con l’assessore al Turismo Roberto Failoni e con i funzionari della Provincia. Ora si attendono provvedimenti da parte del Governo centrale per valutare ulteriori interventi specifici a livello locale. Più in generale in sede nazionali contatti sono in corso con parlamentari per illustrare nel dettaglio le richieste di sostegno alla nostra categoria».

L’auspicio è che il Governo Conte prenda in seria considerazione la richiesta di ristoro a questo mondo professionale, che rappresenta uno dei pilastri del movimento turistico invernale in Italia.

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