Petrolio messo ko dal virus: benzina e diesel scesi del 15% in un anno

di Angelo Conte

Il crollo del petrolio conseguenza della recessione globale causata dal Coronavirus fa scendere anche il prezzo dei carburanti in Trentino.
Considerando i valori di circa un anno fa con quelli dell’ultima settimana in Trentino, si nota che c’è stata una riduzione del prezzo medio self service di benzina e diesel di circa il 15%. Su un pieno di 50 euro significa un risparmio di circa 7/8 euro. In questa fase, però, oltre al calo del prezzo della materia prima (sceso sotto i 16 dollari al barile nella giornata di ieri e con contratti per maggio che sono addirittura scesi in negativo per la prima volta nella storia), a far scendere le quotazioni sono anche le riduzioni pesanti dei consumi.

Per marzo si stima un calo dell’erogato di almeno il 40%, con punte del 50-60% in alcune località del Trentino.

Oltre alla riduzione dell’erogato in termini di litri, spiega Federico Corsi della Faib provinciale, ci sono anche le «chiusure delle attività accessorie come i bar o gli autolavaggi. Non solo, anche quando sono aperte come per il cambio gomme, bisogna fare i conti con i divieti sullo spostamento da un Comune all’altro. Colleghi ci segnalano il fatto che clienti abituali rinunciano al cambio gomme da loro perché sono residenti in un Comune diverso rispetto alla sede del gommista».
E come per le altre imprese più piccole, anche i benzinai sono alle prese con una delle conseguenze più pesanti del Coronavirus sotto il profilo economico: il crollo dei fatturati, quindi dei guadagni e l’emergenza liquidità.

«Eh sì - assicura Corsi - oltre al calo di consumi, c’è anche la riduzione dei margini e poca liquidità.
Si sta soffrendo e molto. Anche la questione del finanziamento dei famosi prestiti di liquidità ha dei limiti a nostro parere. Si stanno vedendo al rallentatore e la misura non è lo strumento ideale di questa fase. Ci siamo trovati tutti in una guerra che nessuno ha voluto, ma imporre un nuovo debito sul gestore o la partita iva non mi pare corretto. La cosa più utile sarebbe quella dell’aiuto a fondo perduto».
Per quanto riguarda i prezzi, che nei sette distributori rilevati a Trento città si aggirano sull’euro e 40 centesimi per la benzina self service e sull’1,27 euro per il gasolio, Corsi spiega che «c’è stato un calo dovuto al petrolio» ma che sull’entità della riduzione i benzinai non hanno potere: «Nella filiera noi non controlliamo i prezzi né nulla: acquistiamo al prezzo che decidono le compagnie e vendiamo al prezzo che decidono le compagnie. Se il litro costa meno, meno guadagni ci sono. Come detto il consumo è calato e il problema reale è legato alla liquidità da parte del gestore. C’è una riduzione dell’erogato di oltre il 40% e poi va sommato alla chiusura anche delle attività collaterali come officina, bar, lavaggio auto» conclude Corsi.

La riduzione del prezzo della benzina e del diesel non ha la stessa velocità del calo del petrolio: in aprile di un anno fa il petrolio Wti era sui 60 dollari, ieri sui 20 dollari, con una riduzione dunque di circa il 70%.
Il prezzo del carburante, per il quale il petrolio pesa per una parte del valore complessivo, è sceso invece solo del 15%.
Ma meno erogato significa anche meno accise nelle casse della Provincia: in un anno normale le imposte pagate dai trentini soni di circa 150 milioni di euro su benzina e gasolio.

Una parte di queste vengono introitate dalle casse provinciali, ovvero i nove decimi. In totale sui carburanti in generale le tasse pagate in un anno ordinario dai trentini sotto forma di accise ammontano a circa 229 milioni di euro. Una cifra che comprende anche la spesa su gas e altri combustibili usati per vari utilizzi nei comparti economici e nella vita di tutti i giorni.

Prezzi tra il 18 e il 21 aprile 2020 comunicati dai gestori.

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