Ripresa, Bolzano corre e stacca Trento Pesa il crollo del mattone trentino: -8%

Trento arranca e non aggancia la ripresa. Bolzano invece corre ed è ormai uscita dalla crisi.

In questo quadro, delineato ieri dalla Banca d'Italia nel rapporto 2015 sull'economia regionale, piomba il dato delle esportazioni del primo trimestre di quest'anno. Trento segna una brusca battuta d'arresto con un calo del 3% e un vero e proprio crollo del 7% per le vendite extra-Unione Europea. Bolzano invece, in controtendenza con l'intera Italia anch'essa in flessione, riesce a fare un +4,7%.
La frenata delle esportazioni. 
Nei primi tre mesi del 2016, secondo l'Istat, l'export italiano diminuisce dello 0,4%. Quello trentino di più: -3%, 820 milioni di euro contro gli 845 milioni del primo trimestre del 2015. La caduta tocca i principali settori: macchinari (-17%), vino (-4%), mele (-2%). Nei mercati Ue il calo è dello 0,7%, negli altri Paesi del 7%.
La grande divergenza. 
Nel 2015, secondo Prometeia, il Pil regionale è aumentato dello 0,8% come quello nazionale, spiegano Antonio Accetturo , Michele Cascarano e Petra Degasperi , autori del rapporto Bankitalia. Ma l'economia trentina e quella bolzanina si stanno divaricando. In provincia di Trento, dice Bankitalia, i segnali di crescita sono risultati più modesti rispetto a quella di Bolzano. Il valore aggiunto regionale del settore manifatturiero è cresciuto dell'1,8% secondo Prometeia, del 3,3% in base a un'indagine Bankitalia su un campione di imprese regionali medio-grandi. A Trento però il fatturato delle imprese manifatturiere è aumentato solo dell'1,1% (dato Camera di Commercio) e l'export del 4,2% (dato Istat), mentre a Bolzano le vendite all'estero del settore industriale hanno fatto un balzo del 9,8%. Anche il mercato del lavoro, dove pure le assunzioni aumentano, vede in Trentino un tasso di disoccupazione quasi doppio dell'Alto Adige: 6,8% contro 3,8%.
L'immobiliare a picco. 
In regione, secondo le stime di Prometeia, il valore aggiunto del settore delle costruzioni è calato nel 2015 dello 0,4%. Di nuovo, però, i problemi sono soprattutto trentini. Secondo i dati della Cassa edile provinciale, il numero di ore lavorate tra ottobre 2014 e settembre 2015 si è contratto dell'8,1%. A Bolzano invece le ore lavorate in edilizia sono aumentate dell'1,7% dopo sette anni di contrazione. Per quanto riguarda i lavori pubblici (dati Cresme), a Trento il numero di bandi pubblicati è stabile mentre l'importo medio è precipitato del 37%. In Trentino, inoltre, sono proseguite le difficoltà del mercato immobiliare «anche in ragione di un elevato stock di invenduto», mentre i prezzi delle case continuano ad essere più elevati del 40% rispetto alla media italiana.
Scuola e meccatronica. 
«Trento ha importanti fattori su cui puntare per la ripresa - sottolinea il direttore della filiale trentina della Banca d'Italia Paolo Ciucci - Capitale umano, con sistema scolastico e Università che sono punti di eccellenza, centri di ricerca pubblici, progetti innovativi come Meccatronica a Rovereto. Servirebbe però superare la frammentazione delle imprese e fare più rete».

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