Federazione della Cooperazione: nel 2015 assunti 500 dipendenti, utile di 188mila euro

L'utile di bilancio è di 188mila euro

«Le nostre imprese generano sviluppo e creano occupazione. Dobbiamo trasformare le leadership settoriali in leadership collettiva e di territorio, traducendo le singole eccellenze in una visione comune per lo sviluppo di questa terra. Ma per farlo occorre ricostruire la fiducia che si è persa negli ultimi anni. Occorre ripensare la Federazione come luogo di elaborazione e di confronto strategico».

Così la vicepresidente Marina Castaldo ha aperto l’assemblea annuale della Federazione Trentina della Cooperazione svoltasi oggi. Nel suo intervento il direttore Carlo Dellasega ha ricordato ai presenti che «negli anni della crisi c'è stato un aumento di 34mila soci, si sono assunti 3mila dipendenti (+ 500 nel 2015) e si è registrato un aumento del fatturato dell'11,3%".

Il bilancio e l’attività della Federazione

«Abbiamo realizzato un utile di 188,6mila euro, ma sarebbe stato di molto superiore – ha affermato il direttore Carlo Dellasega – poiché abbiamo dovuto accantonare 600 mila euro per la sentenza dell’Antitrust, 400 mila euro per la svalutazione di una partecipazione. Negli ultimi 5 anni sono aumentati i ricavi da servizio, anche se è diminuito il numero delle cooperative associate a causa per lo più delle fusioni e anche di qualche liquidazione».

Le entrate a bilancio derivano da ricavi da servizi (17,6 milioni) e dalle quote associative (9 milioni), delle quali il 67% viene versato dal settore del credito, il 14% dalle coop agricole, il 10% dalle famiglie cooperative e il 9% dalle cooperative di lavoro, sociali, servizio e abitazione. I ricavi da servizio, invece, derivano per il 54% dal credito, per il 14% dalle coop agricole, il 18% dalle Famiglie Cooperative e per il 14% dalle "varie". A questo va aggiunto il fatturato di 1,1 milioni che deriva da clienti non soci.

L'appello di Marina Castaldo

La vicepresidente vicaria ha rivolto ai soci un appello a guardare al futuro con coraggio e consapevolezza: «Non nascondiamo i problemi, ma attenzione ad enfatizzarli troppo, anziché drammatizzare i toni, cerchiamo nuove strade. Quali, e con quali leader? La Federazione è impegnata in questi mesi in un percorso di transizione per la selezione del nuovo presidente dopo le dimissioni di Giorgio Fracalossi. 

Prima di pensare ai candidati dobbiamo innanzitutto discutere della cooperazione e del Trentino che vogliamo del modello di sviluppo che vogliamo contribuire a costruire. Il che significa anche ripensare alla Federazione come luogo di elaborazione e di confronto strategico, per arrivare ad ottobre non solo con le candidature per la presidenza ma anche con le basi per un nuovo piano strategico che ci aiuti a fare le scelte che i tempi ci chiedono. La scelta della nuova leadership deve partire da una conversazione aperta e innovativa sul ruolo della Cooperazione nel futuro del Trentino».

 

 

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