Il «tesoro» dei trentini vale 17,5 miliardi

Banche: sofferenze 2 miliardi, patrimonio 3,5

di Francesco Terreri

Sono tanti i risparmiatori trentini che in questi giorni, dopo il decreto salva-banche, si presentano allo sportello della propria banca a chiedere rassicurazioni. Lo shock infatti è stato grande: per la prima volta un dissesto viene pagato non solo dai proprietari della banca ma anche, in parte, dal risparmio dei clienti, come prevedono le nuove regole europee. E il risparmio delle famiglie trentine è a livelli record: 17 miliardi e mezzo di euro considerando tutto, conti correnti, obbligazioni, titoli di Stato, fondi di investimento. Un «tesoro» su cui oggi crescono le preoccupazioni.

Tuttavia la situazione del sistema bancario nazionale e di quello regionale consente di passare un Natale, e non solo un Natale, tranquillo. Per quanto le banche abbiano i loro problemi - ieri abbiamo registrato il risultato negativo previsto nei bilanci 2015 delle Casse rurali - gli istituti presenti in regione hanno una dotazione patrimoniale di tutta sicurezza: nel complesso più di 3 miliardi e mezzo di euro di patrimonio. Per confronto il principale indicatore di difficoltà, cioè i debiti non pagati da famiglie e imprese, le cosiddette sofferenze, è a quota 2 miliardi.

Il livello delle sofferenze è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni di crisi, basti pensare che un anno fa era a quota 1 miliardo 600 milioni, ma il ritmo dell'incremento sta diminuendo. A fronte dei crediti deteriorati, il sistema delle Casse rurali ha un patrimonio superiore ai 2 miliardi, con un indicatore di solidità del 15,69% rispetto al minimo richiesto dalla Banca d'Italia del 10,50%. La Cassa di Risparmio di Bolzano con il recente aumento di capitale ha riportato i mezzi propri sopra i 700 milioni, con un indice di solidità superiore al 14%. La Banca Popolare-Volksbank non è lontana dagli 800 milioni di patrimonio, con un indice di solidità però un po' più basso, poco sopra l'11%, dopo l'acquisizione della Popolare di Marostica. Anche in questo caso per accrescere la solidità è partito un aumento di capitale.

Ma come stanno orientando il proprio risparmio le famiglie trentine? Intanto va detto che, in base ai dati Bankitalia, le risorse risparmiate sono scese del 2,4% nell'ultimo anno: a metà 2014 erano a 17,9 miliardi, ora sono a 17,5 miliardi. Il motivo probabilmente è che una parte dei consumatori con i segnali di ripresa economica ha ricominciato a spendere. La parte più consistente del risparmio, quasi 5,9 miliardi, è sui conti correnti bancari ed è aumentata dell'11% nell'ultimo anno, a fronte di un calo della stessa entità delle obbligazioni bancarie e del 9,6% dei depositi a risparmio. Una delle categorie dei bond bancari, le obbligazioni subordinate, sono nell'occhio del ciclone per essere state assimilate al capitale e quindi azzerate nel salvataggio delle quattro banche. Le nuove regole europee, il cosiddetto bail-in o salvataggio interno, destano qualche preoccupazione sul complesso delle obbligazioni. I trentini tuttavia hanno già spostato una parte delle risorse destinate ai bond, scesi da 5,4 a 4,8 miliardi in un anno.

I depositi a risparmio diminuiscono a 2,7 miliardi. Ma l'altra grande novità è il vero e proprio crollo degli acquisti di titoli di Stato italiani, scesi del 18,3% da 1,9 a 1,6 miliardi, e il boom dei fondi di investimento e del risparmio gestito in generale, cresciuto del 18,7% da 1,3 a 1,5 miliardi. I tassi bassi e perfino negativi stanno cambiando le preferenze dei risparmiatori trentini.

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