Pugno duro dell'Ue: lo Stato non deve rimborsare i «truffati» dalla banche

Banche, burocrazia e politica fanno paura agli italiani

Pugno duro dell'Ue: nessun risarcimento (Il blog di Micheletto - leggi)

Per dare sollievo ai risparmiatori delle banche in fallimento quello che non è possibile fare è che lo Stato paghi direttamente chi ha subito le perdite. Lo hanno fatto presenti fonti Ue nel momento in cui il governo si appresta ad adottare l'emendamento per tutelare le vittime del crack delle 4 banche.

Il fallimento di una banca e l'eventuale perdita, per esempio, di un appartamento da parte degli obbligazionisti che hanno subito perdite non può essere considerata una crisi umanitaria come quelle provocate da alluvioni o altri disastri.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"732186","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"1060","width":"765"}}]]

La moglie di Luigino chiede giustizia

Chi lo conosceva non riesce a crederci. Sapere che Luigino D'Angelo (il pensionato di Civitavecchia che si è ucciso dopo aver perso tutti i suoi risparmi  - circa 100mila - euro nel fallimento della banca dell'Etruria) non c'è più, che ha deciso di farla finita, è un'idea che spezza il fiato. La moglie si rannicchia nelle piccole spalle di donna ferita, addolorata, arrabbiata. «Se andrò avanti? Se ce la farò, sì», dice, cercando di dribblare i giornalisti assiepati fuori dal villino dove meno di due settimane fa è stata costretta allo strazio di vedere il corpo senza vita del marito. 

Ad andare avanti, questo è certo, è la procura di Civitavecchia che ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, così come richiesto a gran voce dalle associazioni dei consumatori che hanno puntato il dito contro il salva-banche. Luigino, 68 anni ed una vita da dirigente Enel, si è impiccato sulle scale del suo villino, nel dedalo di stradine immerse nel verde alla periferia di Civitavecchia. Un gesto disperato spiegato con fredda lucidità da lui stesso in un documento scritto al computer, una manciata di minuti prima di lasciarsi andare nel vuoto. Un atto d'accusa nei confronti della sua banca, la Banca dell'Etruria, una delle quattro a rischio fallimento, considerata una famiglia e trasformatasi nella sua tomba. Da un giorno all'altro ha visto i risparmi di una vita andare in fumo e non ha retto il colpo. 

Nel memoriale, ora al vaglio degli inquirenti, ripercorre passo passo i suoi investimenti e la sua «storia» bancaria, mettendo nero su bianco la delusione e l'amarezza per aver perso tutto. Poi il saluto alla moglie, prima dell'ultimo click sul pc. «Personalmente non credo di avere consigli da dare, piuttosto avrei bisogno che qualcuno li dia a me», dice sconsolata la moglie mentre accenna un sorriso di circostanza ai tanti reporter. A tradirla è però la sua flebile voce, strozzata dalla tragedia. «Non sono arrabbiata. Non sono abituata a tutto questo - spiega ai giornalisti mentre un amico l'accompagna in macchina -, vi prego di andar via». Poco più in là, lungo lo stradone che porta in via Ugo La Malfa, svetta la chiesa di San Felice da Cantalice dove lo scorso primo dicembre si sono celebrati i funerali di Luigino.

comments powered by Disqus