I cibi trentini sulle tavole internazionali. Le vendite di vino registrano una battuta d'arresto

di Francesco Terreri

Nel primo semestre di quest'anno le aziende trentine hanno esportato prodotti per un valore di 1 miliardo 714 milioni di euro, in crescita del 4,1% rispetto ai primi sei mesi del 2014. L'aumento non è strepitoso, Bolzano ci batte con un +7,6% e la media nazionale è pari al +5%. Ma tra i principali settori dell'export, ce n'è uno che corre: l'agroalimentare trentino fa boom sulle tavole internazionali con un +37% nelle vendite all'estero di mele e piccoli frutti e un +10% di esportazioni di prodotti alimentari, dalle marmellate ai formaggi. Con una eccezione: le vendite di vino registrano una battuta d'arresto, con un calo dell'1,6%. Secondo l'Istat, che ieri ha diffuso i dati del commercio estero delle regioni italiane, l'export trentino è debole verso l'Unione Europea, dove cresce nel semestre dell'1,5%, mentre vola nei Paesi extraeuropei, dagli Stati Uniti al Mediterraneo, registrando un +8,9%.

In particolare nel secondo trimestre le esportazioni trentine ammontano a quasi 870 milioni, in aumento dell'1,1% sull'analogo periodo dell'anno precedente. Il risultato del semestre è quindi dovuto soprattutto ai primi tre mesi, che avevano registrato un +7,3%. Tra aprile e giugno si fermano al +1% le vendite di macchinari, il comparto più importante dell'export provinciale, perdono il 2,9% quelle delle bevande, vino in testa, ma volano col +10,9% le esportazioni di alimenti e col +47% quelle di prodotti agricoli, in primo luogo mele.

Tra gennaio e giugno il comparto più consistente dell'export resta quello della meccanica, con oltre 335 milioni di vendite all'estero, in aumento del 10,5% sull'anno precedente. Al secondo posto ci sono le bevande con quasi 184 milioni, in calo dell'1,6%. Le esportazioni di vino continuano a crescere nel primo Paese cliente, gli Stati Uniti, dove aumentano del 12,4% superando i 95 milioni, mentre subiscono delle forti flessioni in Germania, -22,7% scendendo sotto i 30 milioni, e in Gran Bretagna, -23,4% a circa 21 milioni. Tra le maggiori voci dell'export, i prodotti delle cartiere sono praticamente stabili (+0,8%) a 142 milioni, le fibre sintetiche (nylon di Aquafil in testa) salgono dell'1,1% a 97 milioni, i prodotti chimici (compresi gli zampironi di Zobele) crescono del 9,8% a quasi 59 milioni.

Poi ci sono i prodotti alimentari, che nel complesso vendono per 104 milioni, il 10% in più del 2014. Tra essi, frutta e ortaggi lavorati e conservati aumentano del 12,6% a 38 milioni, i prodotti lattiero-caseari crescono del 9,6% a 29 milioni, i prodotti da forno e farinacei salgono del 5,1% superando gli 11 milioni, la carne aumenta del 26% a più di 5 milioni. Il principale mercato di sbocco del cibo trentino «lavorato» è la Germania, dove si registra un incremento del 12% a oltre 30 milioni. I prodotti agroalimentari freschi invece segnano un balzo del 37,2% a oltre 56 milioni. In testa ai mercati di sbocco ci sono i Paesi mediterranei: Algeria, che raddoppia a più di 12 milioni, Egitto, che aumenta del 59% a quasi 10 milioni, Spagna, anche qui con un raddoppio oltre i 5 milioni.

Si conferma la contrazione dell'export trentino in Russia (vedi articolo sotto): -20% nel primo semestre. Sono in ripresa invece le importazioni totali, salite del 5,5% a oltre 1 miliardo di euro.

comments powered by Disqus