Salari da pagare, sciopero alla Targotimbri di Ravina

Sciopero e presidio questa mattina a Ravina di Trento da parte dei dipendenti dell’azienda artigiana Targotimbri. I lavoratori sollecitano le retribuzioni arretrate e il rispetto del relativo accordo firmato all’inizio di quest’anno, sottolinea Fiom Cgil del Trentino.
Se dopo la protesta di oggi non verranno versate le rate dovute - dice il sindacato - i lavoratori sono pronti ad andare avanti per vie legali, «una scelta sofferta che con molte probabilità avrebbe conseguenze gravi anche sul futuro della ditta».

Ecco il comunicato diffuso poco fa dalla Fiom-Cgil

Targotimbri, lavoratori in sciopero
Per la prima volta i dipendenti incrociano le braccia per avere le retribuzioni arretrate e il rispetto degli accordi. Presidio fuori dall’azienda fino alle 12


I dipendenti della Targotimbri non ci stanno più a vedere cancellati i loro diritti, a non ricevere le retribuzioni arretrate, a non avere nessuna certezza sul loro futuro. Per questa ragione questa mattina hanno incrociato le braccia per il primo sciopero nella storia dell’azienda artigiana di Ravina.

La protesta che ha coinvolto tre degli otto dipendenti della ditta - gli unici non legati da un rapporto di parentela con il titolare - è l’ennesimo tentativo dei dipendenti affiancanti da Fiom Cgil del Trentino di ottenere il rispetto degli accordi firmati all’inizio di quest’anno per la restituzione delle retribuzioni arretrate. Accordo che la proprietà, nonostante le sollecitazioni, continua a disattendere.

“Senza curarsi del piano di rateizzazione accettato dai dipendenti per andare incontro alla proprietà – afferma Aura Caraba funzionaria della Fiom Cgil del Trentino – Targotimbri continua a non restituire ai lavoratori quanto dovuto. Quel che più avvilisce i lavoratori è però il venir meno del rapporto di fiducia con il proprietario. Da alcune verifiche abbiamo scoperto che qualche lavoratore ha stipendi arretrati da prima del 2009 e la situazione dei mancati pagamenti non riguarda tutti. Ci sono dipendenti che sono stati discriminati. Tutto fino a questo momento era stato accettato per il legame con l’azienda e il titolare in cinque mesi di cassa integrazione non si è mai fatto vivo con i propri dipedenti. Adesso hanno detto basta”.

Se dopo la protesta di oggi non verranno versate le rate dovute i lavoratori sono pronti ad andare avanti per vie legali, una scelta sofferta che con molte probabilità avrebbe conseguenze gravi anche sul futuro della ditta.

Targotimbri, specializzata nella realizzazione di segnaletica stradale, si era trasferita circa due anni fa in un nuovo e grande capannone a Lavis, distrutto a marzo scorso da un incendio. Da allora i dipendenti non hanno mai ripreso a lavorare, ma la situazione di difficoltà e forte disagio risale a prima. Più volte i lavoratori hanno denunciato le condizioni di precarietà in cui erano costretti a lavorare, anche senza luce né riscaldamento e la questione era già finita sotto l’attenzione dell’Ispettorato al lavoro. La proprietà si era limitata a fare promesse, mai mantenute con il pretesto della crisi economica.
Dopo la protesta di oggi partirà la procedura di messa in mora per il titolare.

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