Deleghe fiscali alla Provincia, la Cgil conferma molti dubbi

Temi di respiro nazionale e locale si sono intrecciati ieri nella lunga mattinata di lavori che, come si legge in una nota del sindacato, ha visto la presenza della segretaria nazionale di Funzione pubblica Cgil, Rossana Dettori, al direttivo della categoria trentina. Tema caldo è stato un bilancio sulle recenti elezioni per le rsu. Si è però parlato anche delle deleghe dallo Stato alla Provincia, del Sanifonds e dell'apertura del contratto collettivo. Erano presenti il segretario generale di Fp Giampaolo Mastrogiuseppe e il segretario generale della Cgil del Trentino Paolo Burli.

La segretaria nazionale Rossana Dettori ha fatto il punto sul voto per le rsu: «Abbiamo affrontato la prima parte di campagna elettorale puntando a motivare i lavoratori affinché non rinunciassero al voto. Si avvertiva infatti una forte spinta contraria: la politica puntava a dimostrare che i corpi intermedi non sono più un interlocutore valido. Ma il 74 % dei lavoratori ha votato e questa è stata la nostra prima vittoria: a Renzi e Madia, questi lavoratori hanno fatto capire di credere fortemente nel ruolo del sindacato». Quanto all'esito elettorale, ha sottolineato: «Siamo il primo sindacato del Paese. L'obiettivo di questo Governo era di indebolirci e invece abbiamo tenuto. Da annotare che abbiamo avuto qualche flessione soprattutto in quei settori che hanno visto la nascita di sindacati non ostili alla controparte e favoriti proprio dal “partito degli amministratori”»

«Noi siamo un’altra storia - ha spiegato Dettori - perché non facciamo dei diritti dei lavoratori merce di scambio». Ha poi argomentato di un nuovo grande rischio che incombe sui lavoratori pubblici: «In Italia un'agenzia non si nega a nessuno e il nuovo commissario per la spending review ha inventato l'agenzia nazionale per la mobilità intercompartimentale dei lavoratori. La mobilità è di due tipi: quella volontaria e quella obbligatoria. Chi sarà coinvolto in quella obbligatoria potrebbe essere "spostato" senza che gli venga riconosciuto il suo livello professionale e retributivo».

Tornando sulle rsu, non esita anche a evidenziare alcuni punti di miglioramento: «Credo che dobbiamo avere il coraggio di delegare davvero alle rsu la contrattazione di secondo livello. Spesso chi fa parte di tali strutture non ha gli strumenti per muoversi in autonomia e gli organi sindacali operano in affiancamento. Dobbiamo dunque agire sulla formazione dei membri delle rsu».

Il segretario trentino di Fp Cgil Giampaolo Mastrogiuseppe ha ricordato come, per le rsu, il Trentino rappresenti un'anomalia, visto che è l'unico posto dove non è possibile svolgere le elezioni negli enti locali. Ha poi affermato: «I risultati non sono stati ottimali mentre invece sta andando bene il proselitismo, in particolare su Anffas e per quanto riguarda la cooperazione. Rilevante l'acquisizione di nuovi iscritti tra i dipendenti provinciali».

Capitolo Sanifonds: qualcosa si sta finalmente muovendo e c'è una bozza di nomenclatore. C’è però un problema: «Eravamo partiti da 128 euro a lavoratore, per 41 mila dipendenti. Ora i dipendenti interessati sono 39 mila, la cifra è di 5 milioni e 250 mila euro totali. Ora, nelle nuove predisposizioni, si stabilisce che 2 milioni vengano dedicati alla non autosufficienza, ulteriori 403 mila euro vanno in spese di funzionamento laddove pareva che tale costo non ci fosse, in quanto si sarebbe fatto ricorso alle capacità già presenti in Laborfonds. 477 mila euro vanno nel contributo di solidarietà all'Inps. Facendo il conto, dunque, da 128 euro si crolla a 60; inoltre, dedicando così tante risorse alla non autosufficienza, si vanno a togliere soldi da prestazioni quali dentista o occhiali: quelle più necessarie a chi sottoscrive un fondo integrativo. In ogni caso quello che vorremmo scongiurare - spiega Mastrogiuseppe - è che Sanifonds rappresenti una leva per indebolire il sistema sanitario pubblico. Il nostro impegno resta alto, intanto il 22 aprile è prevista l'approvazione del nomenclatore».

Dirigenti. «Tempo fa - ricorda il segretario - Ugo Rossi fece uno spot elettorale parlando di tagliare il fondo produttività della dirigenza pubblica. Si parla però di un risparmio complessivo di 260 mila euro: se pensiamo ai costi del personale che si è riunito per parlarne li abbiamo già sprecati. Sarebbe bastato eliminare un solo dirigente e avremmo ottenuto il medesimo risparmio. La nostra posizione è sempre stata che, se si vuole ritoccare questo aspetto, è bene fare un ragionamento complessivo e dunque riaprire i contratti».

Tema particolarmente importante è quello degli appalti dei servizi pubblici affidati a privati: terreno all'interno del quale Fp Cgil ha sempre richiesto l'applicazione degli stessi contratti applicati dall'ente di riferimento: ad esempio contratto della sanità per i servizi sanitari appaltati. «Una vittoria in tal senso, insieme a Filcams e Cgil, l'abbiamo potuta registrare sulle biblioteche dove, per effetto della modifica del protocollo provinciale che disciplina i contratti collettivi di riferimento, si stabilisce come contratto di riferimento quello Federculture in luogo di quello attualmente utilizzato del Commercio. Si tratta di un principio indispensabile per mitigare il "dumping" e depotenziare il Jobs-act.

Infatti,con riferimento agli appalti e alle vicende nazionali: «Stiamo cercando tutte le forme per evitare, dove possibile, l’applicazione del contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs act. In pratica, un lavoratore che magari abbia anche una lunga anzianità di servizio si trova, nel caso di cambio dell'appalto, a vedersi applicate da un giorno all'altro le tutele crescenti. Ma il nostro lavoro non si sta limitando alla tutela dei dipendenti pubblici e privati dei settori delle funzioni pubbliche: stiamo infatti cercando di trovare formule per incontrare i giovani disoccupati e facciamo un importante lavoro con Nidil per i lavoratori atipici».

Sulla questione delle deleghe di funzioni che dallo Stato dovrebbero passare alla Provincia per effetto di una norma di legge dello scorso anno, la categoria della Funzione pubblica trentina ha ribadito la propria posizione di forte perplessità quando non esplicita contrarietà al passaggio delle deleghe fiscali. Il risultato dell'ottimo lavoro delle Agenzie è sotto gli occhi di tutti ed è proprio grazie all'organizzazione delle Agenzie, alla competenza e all'abnegazione dei funzionari, che si scovano evasori ed evasori totali. La Cgil ha messo la lotta all'evasione e alla corruzione tra i tre punti per la ripresa, noi dobbiamo essere molto attenti a individuare le condizioni che portino alla realizzazione dei risultati.

Il segretario generale della Cgil del Trentino Paolo Burli ha sottolineato: «La conferenza d’organizzazione a cui ci stiamo preparando sarà decisiva: serve maggiore inclusività per la contrattazione e la presenza sui posti di lavoro, Dobbiamo riaffermare il nostro ruolo di "Confederazione generale italiana dei lavoratori", dunque dobbiamo rappresentare tutti, anche in quei tanti posti di lavoro dove si è imposto il corporativismo delle categorie».

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