Rurali, rinviata la disdetta del contratto. I sindacati revocano lo sciopero

di Francesco Terreri

Il comitato esecutivo di Federcasse, la Federazione nazionale delle Casse rurali e delle banche di credito cooperativo, ha rinviato dal 1° febbraio al 1° aprile la disapplicazione dei contratti integrativi. Due mesi di respiro per riaprire la trattativa con i sindacati, che però avvertono: sono pochi. La Federazione trentina ha convocato le organizzazioni sindacali per ieri a mezzogiorno. Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil successivamente, dopo un pomeriggio intero di confronto, hanno deciso di sospendere gli scioperi che dovevano partire lunedì. L'accordo tra Federazione e organizzazioni sindacali istituisce una cabina di regia per monitorare il sistema e affrontare le criticità. Il Trentino, sottolineano le parti, diventa un laboratorio anche per la contrattazione nazionale.

Intanto alla protesta che si sta diffondendo fra i 3.000 dipendenti trentini delle Rurali e delle società collegate, si aggiungono le preoccupazioni delle forze politiche: in consiglio regionale il Patt presenta una mozione sulla difesa dell'autonomia del credito coop trentino.

Tra le motivazioni della proroga della disdetta, anche il decreto del governo sulle banche cooperative, sia pur limitato per ora alle Popolari. «Il comitato esecutivo di Federcasse - si legge in una nota - esaminata la situazione determinatasi con l'intervento governativo sulle banche cooperative, approvato il 20 gennaio scorso dal Consiglio dei ministri per le banche popolari, ha ritenuto di esercitare fino in fondo la propria responsabilità in un momento di particolare delicatezza inserendo il tema sindacale nel più ampio quadro dei possibili cambiamenti».

L'esecutivo «anche in considerazione della preoccupazione manifestata nei giorni scorsi dalle stesse organizzazioni sindacali per le prevedibili ricadute negative sui livelli occupazionali dell'eventuale riforma, ha deciso all'unanimità di confermare la disapplicazione dei contratti integrativi di secondo livello, prorogandone la validità fino alla data del 31 marzo prossimo». Federcasse conferma la disponibilità a riprendere il confronto e auspica anche da parte dei sindacati «consapevolezza della peculiarità del momento e conseguente responsabilità per affrontare con urgenza il tema della revisione della contrattazione, renderla sostenibile e coerente con il nuovo scenario».
 
«È sicuramente una notizia positiva - commenta Domenico Mazzucchi della Fabi - Dobbiamo però capire i motivi e il contesto della decisione. Due mesi sono pochi, potrebbero essere una presa in giro. Come fanno a garantire in due mesi l'autonomia del tavolo trentino? Ci riserviamo una verifica congiunta con la Federazione» nell'incontro di oggi. «Abbiamo una lettera formale della Federazione trentina che disapplica il contratto dal 1° febbraio. Bisogna che ci sia un nuovo atto formale. Poi decideremo insieme con gli altri sindacati se ritirare gli scioperi».

Intanto l'allarme sull'autonomia del credito coop trentino viene rilanciato da una mozione presentata in consiglio regionale dagli esponenti del Patt Walter Kaswalder , Luca Giuliani , Lorenzo Ossanna e Manuela Bottamedi . «Le Casse rurali trentine come la Banca di Trento e Bolzano o la Caritro? - si chiedono i consiglieri - Fermiamo questo tentativo di delocalizzazione».
«Oggi - scrivono - si sta verificando un gravissimo attacco all'autonomia delle nostre Casse rurali, il disegno è forse lo stesso: aggregare gli istituti di credito cooperativo, fare in modo che le logiche di governance siano nazionali e non locali, poi, magari, modificate le norme vigenti, quotarsi in Borsa e infine finire nelle mani della banca europea che paga di più». La mozione impegna la giunta ad attivarsi per «l'autonomia e l'indipendenza» delle Casse rurali.
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