Il presidente degli agenti immobiliari: prezzo delle case troppo alti del 30%

Le case, lentamente e senza «gridare», sembrano tornate a interessare i compratori in questo ultimo scorcio di 2014. Dopo un anno disastroso, con un calo di oltre il 3% sulla compravendita di immobili in Trentino e, contestualmente, i meno mutui accesi in banca per la prima casa, il mercato ha ripreso a respirare. Motivo? La brusca riduzione dei prezzi da parte dei proprietari per non tenersi un edificio o un appartamento sul groppone pagando tasse su tasse. Chi pensa all'immobile «low cost», però, si sbaglia. Perché il prezzo degli alloggi, quello di adesso, è giusto e in linea con la realtà. Prima, invece, era «gonfiato» del 30%. Parole di chi, per mestiere, si occupa di transazioni immobiliari come il presidente della Fiaip, la federazione degli agenti immobiliari appunto, Michele Zaniboni. Che conferma come disastroso il primo semestre di quest'anno ma pure il recupero da giugno in poi.


Ma perché si è rimesso in moto il mercato? Meno tasse e più credito? «Mah, non direi. Sulla fiscalità non è cambiato nulla, piuttosto la ripresa è dovuta al fatto che c'è la consapevolezza del venditore-proprietario che bisogna ridurre le pretese chiedendo un prezzo più aderente alla realtà. Fino all'anno scorso, infatti, si pretendeva troppo, con prezzi gonfiati del 25-30%. Noi, come categoria degli agenti immobiliari, abbiamo insistito molto con i proprietari in questo senso, dicendo di ridurre le pretese. Anche perché ci sono meno clienti di una volta». E le banche? «Sì, adesso c'è più credito ma non tanto. Ripeto: nelle persone è entrata l'idea che sono scesi i prezzi ma anche che, forse, sono arrivati al limite e si rischia che risalgano di colpo. Certo che aver alzato le pretese del 30%, soprattutto sull'usato, ha bloccato tutto a lungo. E poi la gente adesso chiede qualità, guarda il dettaglio. Da parte dei proprietari, poi, ci si è resi conto che dire di no ad un'offerta oggi significa trovarsi domani con un immobile invenduto».


Come Fiaip, comunque, la richiesta alla politica è sempre quella di intervenire sulle tasse. «Rivendichiamo la riduzione della fiscalità. La casa è troppo importante per la nostra economia e si porta dietro 48 settori di edilizia. E se non riparte l'edilizia, che non vuole dire costruire nuove case ma recuperare l'esistente, l'economia resterà al palo. Servono provvedimenti per riportare il circolo di denaro». 

Dopo il dietrofront della contrattazioni, come detto il 3,1% in meno nei primi sei mesi di quest'anno, a inizio autunno si è registrata un'impennata con una sorprendente corsa all'acquisto. A dicembre, invece, è tornato il rallentamento anche se le prospettive per il 2015 sono buonine. Con la speranza che le banche allentino i cordoni della borsa visto che i mutui non coprono nemmeno il 50% del valore dell'abitazione impendendo alle giovani coppie il sogno di metter su casa. Perché una base di partenza, senza i sacrifici di mamma e papà, non c'è quasi mai e l'acquisto dell'appartamento, quindi, sfuma.

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